La Disney ha ufficialmente fatto causa al governatore della Florida Ron DeSantis. È l’ultimo atto di un braccio di ferro che va avanti da 2 anni e che è arrivato a vie legali dopo la revoca delle licenze disneyane per l’espansione dei parchi a tema in Florida. È l’ultimo livello di uno scontro iniziato qualche anno a causa della legge “Don’t say gay” e della proteste dell Disney. Il colosso dell’intrattenimento ritien infatti che quanto successo ultimamente sia una ritorsione al mancato appoggio a quel provvedimento del governatore.

Disney fa causa a DeSantis

La Disney fa causa a DeSantis, fonte today.com
Disney-DeSantis, fonte today.com

La Disney si rammarica di essere arrivata a questo punto. Ma avendo esaurito gli sforzi per cercare una risoluzione, alla società non resta altra scelta che presentare questa causa per proteggere i suoi membri del cast, gli ospiti e i partner locali per lo sviluppo da una campagna implacabile per armare il potere governativo contro Disney come ritorsione per aver espresso un punto di vista politico impopolare nei confronti di alcuni funzionari statali”. È quando si legge nel documento, come riportato da Il sole 24 ore, con cui la Disney ha fatto causa al governatore della Florida Ron DeSantis a Tallahassee.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso in uno scontro che dura da due anni è stato il parere negativo di un consiglio di supervisori sei servizi municipali nei parchi disneyani nominato dallo stesso DeSantis alla concessione di licenze di costruzione e di amministrazione delle sue proprietà al colosso dell’intrattenimento. Dal canto suo fa sapere la portavoce di DeSantis Taryn Fenske che, come si legge su Il sole 24 ore, “ questa causa è un altro sfortunato esempio della loro speranza di minare la volontà degli elettori della Florida e di operare al di fuori dei limiti della legge”. Infatti la Fenske aveva preannunciato che l’esecutivo della Florida non è a conoscenza “di alcun diritto legale che consenta a una società di mantenere privilegi speciali non detenuti da altre aziende nello Stato”.

Il caso Don’t say gay

In realtà la nomina dello stesso consiglio di supervisori che limitasse l’autorità della Disney sulle sue proprietà e la mancata concessione delle licenze sembrano un tentativo di ritorsione governativa per il mancato appoggio della Disney ad una legge denominata dai critici “Don’t say gay“. Si tratta di un provvedimento legale voluto dallo stesso DeSantis con cui si vieta in Florida di tenere lezioni sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere dall’asilo alle elementari. . Un provvedimento a cui la Disney si era opposta bloccando le donazioni alla campagna elettorale per la seconda nomina a governatore di DeSantis scatenando da allora uno scontro implacabile. Una battaglia che potrebbe diventare un problema per il governatore della Florida nella corsa con Donald Trump per diventare il candidato dei repubblicani alle prossime presidenziali.

Stefano Delle Cave

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