Per la giornata mondiale contro non solo l’omofobia ma anche la transfobia e la bifobia, una riflessione sulla condizione attuale in Italia.

La Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia è stata istituita nel 2004 dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea a 14 anni dalla decisione del 17 maggio 1990 di rimuovere l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Oggi riflettiamo su quanto c’è da migliorare: senza contare la recente aggressione transfobica avvenuta a a Roma, la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia da notizie poco rassicuranti.

  • l’Italia alle ultime posizioni in Europa per la tutela dei diritti di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali.
  • È il verdetto della Rainbow Map tracciata da Ilga, l’associazione internazionale a supporto di queste categorie.
  • Il punteggio di 24,76% ci colloca 34esimi fra gli Stati del Continente e 22esimi nell’Unione europea.

Perchè festeggiamo la giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia?

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La giornata mondiale contro l’omofobia si celebra tutti gli anni il 17 maggio in ricordo della data in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità definì per la prima volta nella storia l’omosessualità come “una variante naturale del comportamento umano”.

Grazie al risultato delle lotte del mondo queer e i risultati che ne sono giunti, si pose fine ai trattamenti medici e psichiatrici per curare l’omosessualità. Molto è stato fatto, in questi anni, contro ogni forma di intolleranza e discriminazione basata sull’identità di genere ma nonostante ciò sono ancora 72 i paesi nel mondo che sanzionano penalmente l’orientamento sessuale.

Il termine omofobia deriva dal greco homos, «stesso, medesimo», e phobos, «paura» e significa «avversione ossessiva per gli omosessuali e l’omosessualità». Secondo il Parlamento Europeo, questa avversione è «irrazionale», «basata sul pregiudizio», ed è quindi «analoga al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo»; come tale, si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto forme diverse, quali «discorsi intrisi di odio e istigazioni alla discriminazione, dileggio, violenza verbale, psicologica e fisica, persecuzioni e omicidio, discriminazioni in violazione del principio di uguaglianza, limitazioni arbitrarie e irragionevoli dei diritti, spesso giustificate con motivi di ordine pubblico, libertà religiosa e diritto all’obiezione di coscienza».

Gli omofobi sono più tutelati delle persone queer

Il nostro Paese si trova al 34esimo posto nel rapporto Rainbow Europe 2023 sui diritti LGBT+. Per quanto riguarda la tutela dall’odio, però, siamo addirittura allo 0% dato che nel nostro ordinamento non è prevista alcuna legge che tuteli dall’omotransfobia e quindi dai crimini compiuti sulla base dell’odio e della discriminazione in base all’identità sessuale. Quest’anno in Italia tra le vittime che hanno denunciato:

  • 50 hanno subito aggressioni singole
  • 32 sono state vittime di aggressioni in gruppo o in coppia (19% del totale).
  • Si sono registrati anche 2 omicidi, 4 suicidi, 1 tentato suicidio e 76 atti non aggressivi ma comunque di grave rilevanza penale

I dati, tra l’altro, non tengono conto di tutti quei casi non emersi che, è probabile, siano la maggioranza.

Proprio per queste ragioni, all’interno della comunità scientifica (tra cui la Fondazione Veronesi), c’è chi promuove un’interpretazione del termine a partire dalla categoria diagnostica di fobia, descrivendo l’omofobia come patologia psichiatrica. Quest’uso resta oggetto di discussione ma ad oggi il DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali IV) non l’ha mai registrato.

Possibili soluzioni: la scuola e la comunità scientifica

Queste sono le parole dello psichiatra Emilio Zanalda, Presidente della Società Italiana di Psichiatria Forense:

«Il grosso e vero timore dei genitori è che i figli siano infelici perché respinti dalla società. Anche la scuola gioca dunque un ruolo importantissimo attraverso il compito educativo degli insegnanti e tramite la presa di coscienza di quanto atteggiamenti di bullismo nei confronti del “diverso” possano essere deleteri. I ragazzi possono essere molto violenti e aggressivi senza, magari, rendersene neppure conto»

Enrico Zanalda

Per questo è fondamentale un lavoro continuo e costante che abbia come fine ultimo quello dell’insegnamento della comprensione e della tolleranza.

Cosa possiamo fare noi?

Diventa cruciale, soprattutto considerato la svolta sempre più a destra della politica nostrana, che la Giornata internazionale contro l’omofobia non sia una semplice ricorrenza celebrativa, ma debba essere anche un momento di riflessione per tutti. Questo governo rischia di aggravare maggiormente la già critica condizione delle personalità queer.

Questa giornata vuole essere uno stimolo sono per i cittadini ma soprattutto  per chi riveste ruoli istituzionali, affinché si attivi per favorire il rispetto delle persone e per accelerare il percorso della legge che condanna con fermezza ogni episodio di violenza e discriminazione legato all’orientamento sessuale e di genere.

omofobia, immagine realizzata dal pittore Sergio Totaro

Dovremmo impegnarci tutti ad abbattere stereotipi, ad eliminare ogni tipo di violenza fisica o psichica e costruire una società fatta di persone uguali, ma allo stesso tempo diverse e considerare questa diversità come qualcosa che rende unico ognuno di noi, ma soprattutto creare una società che scelga sempre l’amore, in tutte le sue forme, perché l’amore non nasce tra sessi, ma tra persone.

Articolo di Maria Paola Pizzonia

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