Lo scorso 24 Maggio, nello scenario di Castel Sismondo a Rimini, è andata in scena la Resort 2024 di Alberta Ferretti, con la quale si consolida il legame tra il brand, il cinema e la sua terra d’origine: la Romagna. Lo show nasce come un omaggio all’operato cinematografico di Federico Fellini, la location scelta non a caso è la sede del Museo dedicato al regista, ma anche alla regione ospitante, luogo di nascita sia per Fellini che per la designer. Ed in occasione della sfilata il valore dell’evento raddoppia, mutando in una carezza per la regione e la sua gente, recentemente colpita da alluvioni ed esondazioni.
Un omaggio a Fellini ed alla Romagna
A Castel Sismondo, maestosa fortezza realizzata nel 1437 su commissione di Sigismondo Malatesta, situata nella parte antica di Rimini e simbolo storico della città, è stata presentata la collezione Resort 24 di Alberta Ferretti. Una pellicola cinematografica tradotta in tessuto, con 56 uscite che narrano una storia di passione ed ammirazione del brand per il cineasta, illustrata senza servirsi di una comunicazione esplicita, ma riuscendo a ricreare l’intrigo dei movie felliniani con allusioni e richiami all’immaginario del regista. In questa direzione si muovono i mantelli, simobolo della Ferretti e che ora richiamano ai costumi del movie Casanova, nel quale la Venezia di Fellini si mostra dietro un velo di velluto. A seguire appaiono abiti velati in seta e trench in organza con la stampa del castello, che riportano lo spettatore sul set di Amarcord, con le velature che ricordano il periodo della giovinezza, dell’infanzia del noto protagonista della pellicola, long dress con applicazioni che recuperano lo scenario conturbante di ‘’E la nave va’’, e ricreano l’ambiente opulento nel quale Federico Fellini inscena l’opera, pantaloni dorati indossati con macro top che guidano l’occhio tra le scene fastose di Roma del 1972. Sono molteplici i segni di contatto tra cinema e moda nella collezione, ed ognuno di questi è il simbolo di un incontro avvenuto anni fa tra la designer ed il cinema, proprio lì dove è stato svelato lo show. Un incontro che ricorda così: ‘’ il cinema l’ho conosciuto qui, a Rimini. E con il cinema ho imparato quanto sia importante il costume’’. Anche l’uso di tinte come la sabbia delle spiagge romagnole, l’azzurro del mare, il verde dei prati e l’arancio dei palazzi, in equilibrio visivo con quelle del Castello, ‘’vestito’’ di alcune immagini dei lavori di Fellini, mostrano quanto lo show sia radicato nel luogo, presentandosi come coprotagonista di un breve capitolo della Romagna.
‘’Pur viaggiando molto, pur essendo una donna curiosa, mi piace sempre tornare a casa. È un territorio che io chiamo la mia ‘’Isola’’, perchè c’è vivacità, la gente è molto accogliente, si fa squadra. Il territorio è bello, c’è il mare e i prati. Spesso prendo e vado per i prati e questi mi riempiono di ricordi belli’’
ha dichiarato al termine dello show la fondatrice del brand, ricordando con la sua storia quella di molti concittadini.
Il gran finale
Una storia che negli ultimi giorni sta richiedendo più determinazione e volontà del solito nell’essere scritta, ma che nel significato di collaborazione ritrova il motivo di esistere, come dimostra il finale dello show, quando, nella commozione generale dettata dalle luci della sera, esce un gruppo di 30 volontari reduci da giorni di lavoro a recupero degli alluvionati, comparsi davanti al pubblico con una maglia con su scritto ‘’io ci sono’’. Con questa frase, Alberta Ferretti, si dimostra vicina alla sua gente, della quale dice di essere orgogliosa. In rappresentanza di questi erano presenti le principali cariche locali, dall’assessore alla cultura comunale al primo cittadino.
L’impegno sociale
L’orgoglio ha portato il gruppo di proprietà del brand a non annullare la presentazione della Resort, già rimandata per l’emergenza sanitaria tre anni fa, ma ad attivarsi immediatamente in supporto alla regione. Un supporto che si concretizza nell’istituzione di alcune iniziative nei giorni precedenti allo show. Il gruppo Ferretti, precisamente, si è attivato prima con una donazione economica alle associazioni locali, poi con una vendita privata di alcuni capi d’archivio, il cui ricavato è stato impiegato nei lavori di recupero, ed in fine con la vendita di maglie appositamente create, che la fondatrice Alberta Ferretti spiega essere ‘’il simbolo della sua collaborazione’’, un atto di rispetto volto non ad apparire ma a contribuire in totale discrezione. Esattamente come era solito dire Federico Fellini: ‘’non voglio dimostrare nulla, ne apparire, io voglio mostrare’’.
Luca Cioffi
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