“L’inquinamento da plastica in natura ha superato il limite planetario oltre il quale non c’è la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita”. Lo certifica il Wwf che, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, pubblica il nuovo rapporto “Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire”. Ogni anno si registrano fino a 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica (in gran parte monouso) in mare e altrettanti abbandonati sulla terra. L’Italia è tra i Paesi che inquinano maggiormente tra quelli che si affacciano sul Mediterraneo. L’ong chiede al governo “di estendere la raccolta differenziata ai prodotti in plastica di largo consumo”.
Inoltre in Italia ogni anno gettiamo 4mila tonnellate di plastica solo con il consumo degli spazzolini da denti. Un quantitativo importante di plastica che oggi non viene riciclato e non contribuisce a creare nuovi oggetti, come afferma il WWF. Secondo gli esperti intervenire è più urgente che mai dato che ogni anno l’umanità produce circa 430 milioni di tonnellate di plastica, due terzi dei quali sono prodotti di breve durata che diventano rapidamente rifiuti. In totale, il 99% della plastica è costituito da sostanze chimiche provenienti da fonti inquinanti e non rinnovabili
“Per tutti quei prodotti per i quali invece non esistono ancora alternative praticabili su larga scala – prosegue l’organizzazione – il WWF chiede che venga fissato un periodo di eliminazione graduale, con una scadenza al 2035, per concedere ai governi e alle imprese il tempo di attuare nuove misure per adeguarsi, come i modelli di riutilizzo. Per quei prodotti invece che non possono essere eliminati, il trattato deve introdurre misure di controllo per prevenire l’inquinamento, promuoverne la circolarità e una loro corretta gestione”
I danni provocati dalla plastica
Com’è noto, e come viene ulteriormente sottolineato dal Wwf nel report appena diffuso, sono innumerevoli e significativi i danni causati da ogni fase del ciclo di vita della plastica, dalla produzione all’utilizzo e fino allo smaltimento. A fronte di una produzione in costante crescita, infatti, lo smaltimento della plastica è oggi ancora altamente inefficiente e inefficace, con tassi di riciclo inferiori al 10% a livello globale. Il risultato è che fino a 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica entrano nell’ambiente marino (conosciamo bene il fenomeno delle isole di plastica) e altrettanti nell’ambiente terrestre ogni anno: si tratta per la maggior parte delle volte di plastica monouso.
Inoltre, attualmente, la produzione di plastica è responsabile di circa il 3,7% delle emissioni globali di gas serra e si prevede che questa percentuale possa aumentare fino al 4,5% entro il 2060. Una contaminazione globale diffusa tanto che l’inquinamento da plastica in Natura ha superato il “limite planetario” (Planetary boundary) oltre il quale non c’è più la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita.