Parlare di Silvio Berlusconi non è di certo semplice. L’ex presidente del Consiglio è stato nel bene e nel male una delle persone più influenti e controverse della politica italiana, tanto che all’estero il ‘Bel Paese’ è spesso identificato con lui. Lo si vede persino nella cultura pop delle canzoni e delle serie TV. Il fatto è che essere un personaggio a tutto tondo, lo ha portato anche ad investire enormemente su quello sport che di fatto risulta essere lo specchio dell’Italia, ovvero il calcio. La sua storica esperienza alla guida del Milan, in cui è stato capace di risollevare i rossoneri dal baratro e portarli al periodo più vincente della loro storia. Poi fino all’ultimo la sua ‘seconda vita calcistica’ a Monza, con una squadra che quest’anno era divenuta la miglior neopromossa d’Europa in un campionato di massima serie.
Senza tralasciare poi l’impatto di Mediaset per la questione dei diritti televisivi. Insomma, la sua dipartita lascia una pesante eredità, ma anche un grande vuoto. La domanda che infatti deve sorgere spontanea ora è solo una: che ne sarà di tutto questo? Ecco dunque come Berlusconi ha cambiato il gioco del calcio in Italia e stava per cambiare anche il modo in cui veniva trasmesso.
Cosa ha fatto Berlusconi per il calcio
Il Berlusconi della politica lo si è conosciuto bene perché ha fatto la storia dell’Italia, nel bene e nel male. Il Berlusconi del calcio invece è ben noto per gli appassionati, ma magari meno per chi di calcio ne è digiuno, soprattutto per quanto ha fatto negli ultimi anni. Partiamo però dall’inizio, da quel 1986 in cui questo imprenditore milanese decide di acquistare un Milan dilaniato dai debiti. Sarà in grado di rimetterlo in sesto e avviare delle campagne acquisti per l’epoca reputabili faraoniche. Ruud Gullit venne pagato 10 miliardi (prezzo in lire) e più avanti si susseguirono campioni su campioni con i prezzi che via via sono andati a lievitare. Lo hanno dimostrato i primi anni 2000 con gli arrivi di Nesta, Inzaghi o Rui Costa.
Certo, se i prezzi di ora nel calcio sono ben più elevati non lo si deve a Berlusconi, ma alla fine la prima scintilla forse è arrivata da qui. Sta di fatto che con il Milan sono arrivati successi su successi. 31 anni di presidenza e ben 29 trofei in bacheca così ripartiti: 8 scudetti, 1 coppa Italia, 7 Supercoppe Italiane, 5 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 5 Supercoppe UEFA e 1 Mondiale per Club. In mezzo la dimissione del 2004 fino al 2006 e poi dal 2008 al 2011 e dal 2012 al 2017. Dimissioni formali in fin dei conti, ma necessarie per via della legislazione che gli imponeva di concentrarsi sul suo incarico da Presidente del Consiglio. Rinunce che non hanno allontanato il Milan da Berlusconi. Quella del 2017 fu però definitiva, con la cessione del titolo a Li Yonghong.
Nuova vita calcistica a monza
Un periodo di pausa, prima di tornare in gioco con il Monza insieme al suo fedele amministratore delegato Adriano Galliani. Nel 2018 tramite Fininvest acquistò i biancorossi, riuscendo a replicare grandi imprese. La squadra in questi anni è salita dalla Serie C fino alla Serie A e quest’anno da neopromossa ha riscritto la storia con i suoi 52 punti. E’ divenuta infatti la seconda miglior neopromossa della storia della Serie A e anche la migliore d’Europa quest’anno.
Proprio riguardo il Monza però la domanda è lecita: che ne sarà ora della squadra? Servirà un nuovo investitore con tutti i dubbi che questo inevitabilmente porta con sé per le prossime stagioni. Difficile pensare che sia Galliani, vice-presidente, a rilevare la squadra, nonostante nei fatti sia un’ipotesi da tenere in considerazione. D’altro canto sono decisioni che purtroppo andranno prese inevitabilmente in fretta per rispettare le scadenze. Stando alla circolare della FIGC, la data perentoria è il 20 Giugno 2023, ma è ben probabile che il tutto sia già stato fatto in anticipo. Intanto, secondo il Corriere dello Sport, un primo nome ci sarebbe per l’acquisto del club ed è quello del magnate greco Evangelos Marinakis.
…E mediaset?
L’impatto di Berlusconi sul mondo delle televisivo è ben noto a tutti. Ha cambiato il modo di entrare in TV e della trasmissione televisiva attraverso Mediaset. In un certo senso però, questo è andato inevitabilmente a riguardare anche il calcio. Da anni vediamo sulla piattaforma qualche gara in chiaro delle coppe europee o negli ultimi tempi della Coppa Italia, con i diritti che sono stati scippati alla Rai. Tra l’altro, proprio Mediaset era tra le reti che erano in ballo per il bando dei diritti televisivi della Serie A dalla stagione 2024-25 per il successivo quinquennio. L’emittente si era infatti proposta per trasmettere una gara per turno di campionato ed era in ballottaggio con Amazon Prime.
Resta da capire dunque se questo tipo di proposta rimarrà in piedi, in quanto parecchio avrà a che fare con il futuro dell’emittente, per il momento ancora sconosciuto. Le ipotesi anche qui sono varie, ma i due nomi forti sarebbero il gruppo francese Vivendi, che aveva già acquistato delle quote, e Cairo, come riporta Repubblica.
Insomma, dai trofei ai grandi acquisti, passando poi per la trasmissione televisiva. Poco si sa di quella che sarà l’eredità dell’impero di Berlusconi e forse sarà più un compito degli storici del futuro stabilire l’impatto che ha avuto sul mondo del calcio. D’altro canto, i cambiamenti visibili sono evidenti e proferir parola oggi su quanto ha fatto non appare poi così azzardato.
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