Ritrovato un neonato morto tra i 50 migranti soccorsi in mare nelle ultime ore e giunti in mattinata nel porto di Reggio Calabria a bordo della nave Dattilo della guardia costiera. Non si conoscono, al momento, altri dettagli sulle cause del decesso ma solo che la donna e il bambino facevano parte del gruppo di migranti non provenienti da Lampedusa ma soccorsi in mare.

800 migranti sbarcati

Un neonato morto nello sbarco della nave Dattilo- Photo Credits Europa Today
Un neonato morto nello sbarco della nave Dattilo- Photo Credits Europa Today

La nave Dattilo della guardia costiera era arrivata a Reggio Calabria con a bordo complessivamente 800 migranti. Tra di loro ce n’erano appunto 50 soccorsi in mare nelle ultime ore, mentre tutti gli altri provengono dall’hotspot di Lampedusa. Il Mediterraneo continua a essere un cimitero a cielo aperto., l’ennesima vittima delle traversate è un neonato che si trovava sulla nave. Le 550 persone sbarcate, saranno accompagnate al centro di prima accoglienza allestito nella scuola Boccioni di Gallico. Resteranno in attesa di essere trasferiti in altre regioni in base al riparto stabilito dal ministero dell’Interno.

La denuncia alle Ong

Medici Senza Frontiere (MSF), Oxfam Italia, SOS Humanity, l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) ed Emergency hanno presentato denuncia alla Commissione Europea contro la stretta del governo che in Italia impedisce più di un soccorso in mare alla volta. Questo porta ad assegnare alle navi del soccorso umanitario porti di sbarco che sono lontani dalla zona in cui vengono recuperati i migranti. Le Ong sostengono nella loro denuncia che ci sono “seri dubbi” sulla compatibilità di queste norme con il diritto dell’Ue e con gli obblighi dei Paesi membri dell’Ue in base allo stato di diritto internazionale per le attività di ricerca e salvataggio in mare.

Il fermo per la Ocean Viking

La Ocean Viking è la nave noleggiata da Sos Mediterranee e gestita in collaborazione con la Federazione internazionale della Croce Rossa. È stata posta in stato di fermo dalle autorità italiane per un periodo indefinito. Sono in corso discussioni con le parti interessate. L’ispezione ha individuato alcune piccole carenze tecniche e amministrative. “Purtroppo, una di queste carenze richiede un’indagine più approfondita, che coinvolga vari attori della certificazione e dell’armatore”, spiega Sos Mediterranee.

Giulia Simonetti

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