“Si dice che il sangue sia più denso dell’acqua. È quello che ci definisce, ci lega, ci maledice“. Dai confini della realtà, tra il gotico e l’horror, giungono queste parole del film “Dark Shadows” di Tim Burton con Johnny Deep. E per alcuni, il sangue, è vincolo di amicizia, significa simbolicamente, un patto che non si scioglie. Come il rapporto che unisce loro due, il regista dalla fantasia surreale, e l’attore dal romanticismo decadente, il sex symbol duro con un cuore.
Macabro con un cuore, Tim Burton e Johnny Deep
La storia ha inizio con “Edward Mani di Forbice” (1990), per entrambi il film più caro. Insieme hanno girato ben otto film. Tim Burton e Johnny Depp sono la coppia del secolo: un’unione cinematografica che sconfina nella vita reale, e ne fa due amici veri. Il regista, è classe 25 Agosto 1958. Capace di far avvicinare il pubblico al dark e all’horror, rendendo l’atmosfera oscura accessibile a tutti stregandola con del romanticismo, ha per l’amico Depp parole profonde: “Non capita spesso nella vita di incontrare qualcuno e sentire immediatamente una connessione totale. Mi sono sentito connesso con lui, quando l’ho incontrato per ‘Edward Mani di Forbice’. Era simile a me, una specie di suburban white trash. Non era nemmeno una comprensione verbale. Era qualcosa che potevo sentire. Gli piacevano i personaggi, era interessato a recitare per l’arte, non per gli affari. È stato emozionante vedere qualcuno interpretare cose diverse, l’idea di questa trasformazione da film a film mi ha sempre emozionato“.
Tim Burton, si apre ai microfoni in occasione della consegna del Prix Lumière 2022. Vincitore del prestigioso premio, è stato protagonista del Festival dedicato alla sua lunga carriera nel mondo del cinema. La location è l’Amphithéâtre 3000. Con un pubblico caloroso che ha fatto commuovere il regista: “In tutta la mia vita messa insieme, non ho mai sentito tanto amore come stanotte. Benvenuti al miglior funerale che abbia mai avuto! È un tale onore essere nella culla del cinema. Questo è uno dei festival più belli, puri e semplici a cui sia mai stato: è tutto incentrato sull’amore per i film. Sono senza parole, grazie mille“.
Anche Johnny Depp piange
20 film annovera nella carriera Tim Burton. Iconico è il riadattamento della favola di “Dumbo” nel 2019, la poesia di “Big Fish“, due film di “Batman” il primo con Jack Nicholson nel ruolo del Joker, e il secondo con Michael Keaton, e ancora il capolavoro di animazione gotico “The Nightmare Before Christmas“. Il conturbante cineasta di Hollywood, nelle sue sceneggiature, ha sempre mantenuto tre fedelissimi collaboratori: il compositore Danny Elfman per le colonne sonore, la compagna Helena Bonham-Carter e il suo attore-amico punto di riferimento Johnny Depp. I film girati con lui sono: “Ed Wood” (1994), “Il Mistero di Sleepy Hollow” (1999), “La sposa cadavere” (2005), “La Fabbrica di Cioccolato” (2005), “Sweeney Todd” (2007), “Alice in Wonderland” (2010) e “Dark Shadows” (2012). Burton, è stregato dall’attore, e ne ha lodato la grande capacità di eprimere emozioni, nell’interpretazione di Sweeney Todd, Il Barbiere di Fleet Street: “E’ in grado di esprimere dolore, tristezza, rabbia o malinconia meglio di chiunque altro senza dire una parola.”
Quando Burton lo incontra, Depp è l’idolo sexy della serie “Jump 21 Street“; ha recitato nell’horror “Nightmare on Elm Street” del 1984, e ha interpretato un cameo in “Platoon” di Oliver Stone. L’affascinante Deep, stava cercando in ogni modo di togliersi di dosso i canoni del personaggio dannatamente bello e venerato per la fisicità. Quando legge la sceneggiatura di “Edward Mani di Forbice” scoppia a piangere. E Burton deve insistere per averlo nel ruolo da protagonista: perché i produttori puntavano su Tom Cruise, per quell’essere imperfetto dai sentimenti umani. Così Tim Burton avvia la carriera di Johnny Depp. In cambio lui correrà ad ogni suo film, tutte le volte che è chiamato.
Tim Burton e Johnny Depp, gli occhi che non ti guardano
Depp è anche il padrino dei figli di Burton: Billy Ray (2003) e Nell (2007), che sono nati dall’unione con l’attrice Helena Bonham Carter. La stessa Carter parla del rapporto di Johnny con i suoi figli elogiandolo: “I miei figli vanno pazzi per lui. Non conoscono Johnny Depp. Conoscono Willy Wonka, Capitan Jack Sparrow, il Cappellaio Matto. Credo che non lo abbiano mai visto al naturale. Devo sempre chiedergli di passare a trovarci truccato, altrimenti i bambini non lo lasciano entrare“. Tim gli è stato vicino dopo la rottura con Wynona Ryder, che Depp aveva conosciuto sul set di Edward Mani di Forbice, e anche durante il divorzio complicato da Amber Head. Il processo della ex coppia (lei accusa lui di ripetute violenze), si è svolto completamente a porte aperte, davanti telecamere e stampa. Dirette streaming che l’hanno trasformato nell’evento più social della rete. Oggi è anche possibile seguirlo come documentario su Netflix.
“Sa perché il signor Depp non l’ha mai guardata negli occhi, signora Head?” – tuona in aula l’avvocato del Pirata dei Caraibi – “Non la guarda perché le ha promesso che lei non avrebbe mai più visto i suoi occhi. Ha mantenuto la promessa“. In una situazione di dolore, amore e sofferenza, solo un amico può capirti. E Tim è al fianco di Johnny da oltre 30 anni. Una volta, scherzando, la compagna di Burton, disse addirittura, che il regista l’aveva scelta perché ritrovava in lei qualche somiglianza con Depp.
La fortuna di Edward Mani di Forbice
Sul set si dice abbiano inventato un linguaggio tutto loro, fatto di gesti e brevi frasi. Una sorta di alfabeto morse per non farsi capire da nessuno. Depp, che è noto per non riguardare mai i propri film, ha un’idea completamente alternativa del cinema, e ha sempre detto che Burton è l’unico regista in grado di dargli la libertà artistica di cui ha bisogno, per dare una grande prova di attore: «Potrei fare un sacco di soldi recitando in qualche stupida commedia o in qualche altra spazzatura prodotta da Hollywood. Non pensavo che i film potessero essere considerati arte perché c’è sempre un aspetto commerciale di mezzo, ma Tim Burton è un vero artista. È un visionario che non fa compromessi». Amante dell’oscuro fin da bambino, quando per giocare preferiva la lugubre atmosfera di un cimitero, Burton è capace di affascinare nel buio più totale. I suoi personaggi, che siano anche creature paurose, prendono l’anima del pubblico. E sono sempre alla ricerca di riscatto, capaci di scorgere dalle tenebre più fitte, la luce. Bisognosi di elargire carezze, pur avendo taglienti lame come dita.
Federica De Candia
Seguici su Google News