Dodici giorni dopo quel tragico 7 settembre, la terra trema ancora in Messico e fa strage, seminando terrore, morti e feriti. Incalcolabili i danni

Alle 20:14 italiane di ieri, le 13:14 in Messico, un violento terremoto di magnitudo 7.1 della Scala Richter, con epicentro a 7 chilometri a Ovest di Chiautla de Tapia, ipocentro registrato a 58 chilometri di profondità, ha scatentato l’inferno.

Già nelle prime ore dopo l’accaduto si parla di 248 morti, sparsi tra Città del Messico, lo Stato di Puebla, lo Stato del Messico, in quello di Guerriero e di Oaxaca. Le vittime sono tuttavia destinate con tutta probabilità ad aumentare, come ha sostenuto la “United States Geological Survey (Usgs)” americana che parla addirittura di un bilancio definitivo di 1000 morti e che si andrebbero purtroppo ad aggiungere ai 98 del 7 settembre e agli oltre 6.000 del tragico terremoto che colpì il Messico nel 1985, di cui proprio ieri si stava commemorando l’anniversario.

Una delle poche immagine fino ad ora disponibili, raffigurante un edificio venuto giù a causa della violenta scossa di terremoto (Immagine dal Web)

La situazione più critica e delicata è stata registrata nella scuola ‘Enrique Rebasamen’, nella zona sud di Città del Messico, dove molti bambini sono morti (circa 20) e tanti risultano dispersi. I bambini si trovavano infatti in aula prima della violenta scossa di terremoto e stavano aspettando gli ultimi minuti prima del suono della campanella quando, improvvisamente, il terremoto ha tirato giù la scuola.

Una gran parte delle zone colpite dal terremoto (3.8 milioni di persone) sono rimaste senza elettricità, fattore che ha condizionato non poco le attività di ricerca, senza acqua e con il rischio concreto di esplosioni causate dalle fughe di gas
Tutte le scuole sono state chiuse per sicurezza e in segno di lutto nazionale. L’autostrada per Acapulco risulta sbarrata perchè inagibile a causa del crollo di un ponte. L’aeroporto Benito Juarez di Città del Messico è stato temporaneamente chiuso a causa di danni importanti.
Danni ingenti sono stati riportati anche da palazzi e strutture abitative, circa 40 sarebbero, infatti, gli edifici crollati, distrutti e pesantemente dannieggiati, con tutte le conseguenze che tale situazione può provocare nei prossimi giorni.

Per fare fronte all’emergenza post-terremoto il presidente messicano Enrique Pena Nieto ha richiesto un immediato incontro del Comitato nazionale di emergenza e ha poi raggiunto la sua popolazione in strada di persona.

Solidarietà da parte dei vertici americani: Donald Trump (che però vorrebbe alzare un muro di confine con il Messico) su Twitter ha rivolto un pensiero alla popolazione messicana, scrivendo: “Dio benedica il popolo di Città del Messico. Siamo con voi e saremo accanto a voi“.
Anche l’ex Presidente americano Barack Obama non ha esitato ad esprimere parole di conforto per la popolazione colpita dal terremoto, twittando: “Un pensiero ai nostri vicini in Messico e a tutti i nostri amici americani-messicani. Abbiate cura di voi, un grande abbraccio a tutti“.

Lorenzo Maria Lucarelli