Nero, denim e molto, moltissimo oro, serve altro per lasciare il segno? Per il grande ritorno a NewYork di Ralph Lauren sono questi i codici irrinunciabili che custodiscono il segreto di anni ed anni di memorabile storia americana tra moda e costume. Il cosiddetto ‘’designer d’America’’ presenta la SS24 come l’ultimo capitolo di una lunghissima storia nazionale, sigillando quel rapporto ‘’millenario’’ tra gli americani e la media culture: quella nata negli anni 60 sul grande schermo di Hollywood. E così con più di 200ospiti, tra i quali sono apparsi grandi nomi della cinematografia contemporanea come Amanda Seyfred e Lauren Daren, e una scenografia che omaggia le origini del fondatore, la collezione di Ralph Lauren è un immenso quadro che incornicia storia antica, usi e costumi americani e abiti contemporanei.

Ralph Lauren SS24: un viaggio biografico dell’America e della sua vita

Ralph Lauren SS24 - Photo Credits nypost.com

Un grande ritorno, così tutti lo immaginavano e così è stato. Dopo essere stato assente dai programmi della NewYork Fashion Week dal 2019, Ralph Lauren si riprende la scena americana e ammalia il pubblico con l’ultima SS24. C’è chi l’ha definita come ‘’una notte stellata’’ e chi come ‘’il fashion statment’’, ma tutti hanno letto, in quella collezione andata in scena tra le mura industriali di una rimessa della provincia newyorkese a Nava Yard rivestita per l’occasione con i simboli del brand, anche a richiamo del ranch Doble RL di proprietà della famiglia Lauren, un grande omaggio all’America, distinguendo la collezione in due periodi: quella delle origini di Ralph Lauren e quella della Golden Era di Hollywood. A permettere questa distinzione sono gli abiti e gli accessori con tessuti e tinte contrastanti: denim e pelle per il primo tempo e l’oro unito al nero per il secondo. In entrambi gli atti di questa narrazione visiva si potevano scorgere simbolismi e americanismi che dal 1967 distinguono il designer d’America per antonomasia.

La collezione: biografia e romanticismo

Ogni parte contribuisce a riconfermare l’immaginario creativo immutato di Ralph, dalla scelta dello spazio in cui sfilare, che coniuga uno dei simboli americani come l’industria, al senso di familiarità vivo nell’identita del brand, fino agli abiti che richiamano i look 90s, quelli che hanno reso Ralph Lauren uno dei nomi più importanti d’America. Il tutto pervaso da un tocco romantico che rende immediatamente riconoscibile l’intento dello storico designer: come dicono gli americani, ‘’elevare’’ la quotidianità femminile costruendo un guardaroba che non fa distinzione tra giorno e notte. Ebbene sì, ogni abito, lungo, corto che sia può essere reinventato grazie all’uso degli accessori che spaziano dalle macro bag ‘’porta tutto’’ da lavoro alle micro borse lavorate serali. È lo stesso Ralph a ribadirlo al termine dello show:

‘’ La mia collezione enfatizza un nuovo tipo di romanticismo. Una donna che è libera di creare la propria identità personale indossando denim delavè con stampe a fiori, la modernità delle forme iconiche in nero e oro, le tinte accese, e le personalizzazioni artigianali luxury. Queste sono le storie della donna che creo, la cui personalità e spirito artistico rappresentano una tela di auto-espressione’’.

Ed è proprio in questa pluralità espressiva che vive ogni donna, autonoma ed indipendente, intenta nello scrivere la propria vita, e lo fa indossando Ralph Laruren.

Il denim come simbolo sociale e culturale

A guidare la collezione sono anche le lavorazioni che riguardano sopratutto il denim: ricami, dévoré, applicazioni di pietre, tye-dye, pizzo creano un nuovo immaginario sperimentativo per la tela indaco che diventa protagonista del percorso di riscoperta dei simboli del quotidiano dal grande valore socio-culturale. Si, proprio i pantaloni in denim che nascono come capo fondamenta del workwear, con Ralph Lauren perdono il loro significato ‘’proletario’’, nobilitandosi grazie all’artigianato del lusso. Diventano così parte irrinunciabile della femminilità ready-to-wear: pronti all’uso, irriverenti, informali, e very Ralph.

Luca Cioffi

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