Il 17 settembre 1510 è morto a Venezia Giorgio da Castelfranco, detto Giorgione, uno dei maggiori esponenti artistici della scuola veneta. Nonostante le opere di Giorgione siano diventate molto popolari nel corso del tempo, sono ancora frutto di numerosi dibattiti e controversie tra gli studiosi d’arte.
Giorgione, primi passi nell’arte
Giorgione è stato un pittore molto attivo sulla scena pittorica di Venezia per oltre dieci anni. Nonostante questo non ha firmato alcuna delle sue opere. Per questo motivo il suo lavoro di artista è ancora oggetto di diverse interpretazioni, intrise in un’atmosfera leggendaria. Della sua vita si conosce poco o niente, a differenza delle sue opere che sono rimaste intatte e oggetto di interpretazione.
Le prime origini del pittore risalgono alle fonti cinquecentesche, che lo inseriscono nel territorio di Castelfranco Veneto, dove sarebbe nato. I posteri hanno ipotizzato che il soprannome Giorgione fosse dovuto alla sua statura fisica. Si sa inoltre che si è trasferito a Venezia in giovane età, diventando apprendista nella bottega di Giovanni Bellini.
Dal suo mentore avrebbe preso ispirazione per il colore e i paesaggi. Secondo alcune fonti, in seguito all’apprendistato sarebbe tornato nella sua terra d’origine per specializzarsi nella tecnica dell’affresco con alcuni artisti locali. Tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI secolo Giorgione si è fatto conoscere a Venezia tra i pittori forestieri in città. Le sue prime prove di talento artistico sono state le tavolette degli Uffizi e la Madonna col Bambino in un paesaggio dell’Ermitage.
Primi anni di attività e prevalenza di carattere religioso nelle opere
Le opere di Giorgione nei suoi primi anni di attività sono prevalentemente di carattere religiose. Tra queste ritroviamo La Sacra Famiglia Benson, L’Adorazione dei Pastori Allendale, l’Adorazione dei Magi e la Madonna lèggente. In seguito Giorgione prende alcune commissioni da parte di famiglie patrizie, iniziando il suo periodo dei dipinti da cavalletto. Nel 1503 dipinge la Pala di Castelfranco, commissionatigli dal Cavaliere Tuzio Costanzo.
Lo scopo era quello di adornare la cappella di famiglia nel Duomo di Santa Maria Assunta e Liberale presso Castelfranco Veneto. Nonostante i diversi soggetti religiosi commissionati, lo stile del Giorgione ha sempre preso spunto dalle opere di Leonardo Da Vinci. L’ammirazione nei confronti del maestro fiorentino riguarda soprattutto i paesaggi. Questo legame con il celebre pittore è evidente nelle sue opere Ragazzo con la freccia, Tre età dell’uomo, e il Ritratto di giovane di Budapest.
La fase ”Maniera Moderna”
L’inizio della cosiddetta Maniera Moderna introdotta anche dal Giorgione coincide con il suo periodo di frequentazioni della corte isolana di Caterina Corner. La regina detronizzata di Cipro soleva infatti circondarsi di un esclusivo circolo di intellettuali. Bisogna attendere il 1506 per avere il primo ritratto di una giovane donna autografato da Giorgione. Nel 1508 il pittore veneziano realizza una delle sue opere più importanti intitolata la Venere Dormiente. Giorgione rappresenta la dea Venere su commissione di Girolamo Marcello. Nel dipinto la divinità dorme rilassata su un prato, inconsapevole della sua bellezza.
Su quest’opera ci sarebbe stato anche un’intervento del Tiziano. Si tramanda che quest’ultimo in giovane età avrebbe realizzato il paesaggio sullo sfondo e un cupido tra le gambe di Venere. A causa delle pessime condizioni del cupido, un restauro del 1800 l’ha definitivamente cancellato. Oggi è visibile solo tramite radiografia. Le ultime opere di Giorgione si distinguono da quelle iniziali, per un approccio molto più libero sulla tela, senza alcun disegno preparatorio. A questo periodo appartengono il Cristo portacroce, il Concerto, il Cantore e il Suonatore di flauto. Il pittore veneziano Giorgione si è spento definitivamente nel 1510, durante un’epidemia di peste, presso l’isola del Lazzaretto Nuovo. Si trattava di un luogo di quarantena per tutti colori affetti da peste o ritenuti tali.
Sonia Faseli
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