Gina Lollobrigida, chiesti 7 anni e mezzo di carcere per Andrea Piazzola: “L’ha manipolata”

La pm di Roma Eleonora Fini ha chiesto una condanna a 7 anni e mezzo per Andrea Piazzola, l’ex assistente e factotum di Gina Lollobrigida, accusato di circonvenzione di incapace per aver sottratto beni dal patrimonio dell’attrice tra il 2013 e il
2018.

Nel corso della requisitoria la Pm Eleonora Fini ha evidenziato lo “stato di fragilità” in cui si trovava Lollobrigida e ha citato il lavoro svolto dai periti e i consulenti che hanno concordato su un “indebolimento della capacità di intendere e autodeterminarsi e di decidere autonomamente con una parziale deficienza psichica”. Lollobrigida era quindi “suggestionabile, tenuta in isolamento, in uno stato di vulnerabilità”, ha concluso la Pm.

Gina Lollobrigida, carcere per Andrea Piazzola: «La signora era confusa e isolata»

Prosegue la pm: «Nel corso dell’udienza i periti giungono alla stessa conclusione dei consulenti tecnici dell’accusa: la signora ha un indebolimento della corretta percezione della realtà. Si parla di compromissione decisionale della signora in modo molto chiaro. La corte parla di deficienza psichica in maniera esplicita. Questa condizione è stata palesemente riscontrata nella Lollobrigida. Isolamento affettivo e responsabilità attribuite nella rapina in villa a familiari: tutto integra la confusione della diva. L’autore delle suggestioni è a mio avviso l’imputato. La signora era nelle mani dell’imputato. Piazzolla è stato il migliore factotum della Lollobrigida ma il rapporto di squilibrio nasce quando lei si convince che lui sia insostituibile. Le viene fatto credere questo. Inoltre si crea un isolamento attorno a lei. Nel viaggio a New York lui si autoaccusa del furto di alcuni documenti della donna nello studio di un avvocato. Già dalla lettura del capo di imputazione si nota come l’ultimo atto risalga al 2018. Credo che la circonvenzione sia dimostrata dalle sentenze della Cassazione».

Nel corso dell’udienza le parti civili, gli avvocati Alessandro e Michele Gentiloni Silverj hanno puntato il dito nei confronti dell’imputato sottolineandone l’intraprendenza: «Bisognava distruggere la torre nella quale viveva Gina Lollobrigida e i colpi a questo equilibrio affettivo arrivarono già nel 2010, un anno dopo averla conosciuta».  La diva fu isolata, sottolineano le parti civili. La risposta della difesa, avvocato Filippo Morlacchini non tarda ad arrivare: «Le ha dedicato dodici anni di vita. Ho visto un rapporto di devozione assoluta e incondizionata. È stato il sacerdote del culto della Lollobrigida».