Siamo arrivati alla metà di questa seconda stagione di Loki. La serie dedicata al Dio dell’inganno e alla TVA raggiunge un nuovo punto di svolta senza però grossi sconvolgimenti. Vecchi volti appaiono di nuovo e il setting si sposta totalmente in un altro tempo. Più che un episodio a sé stante, questo terzo episodio di Loki sembra una preparazione a quello che vedremo nelle prossime settimane. Colui che rimane è tornato ma sotto altre vesti, Ravonna Ranslayer lo bracca insieme a Miss Minutes e la coppia Loki/Mobius tenta disperatamente di salvare la TVA. Un miscuglio di situazioni ed intenzioni che va tutta a discapito dei personaggi, che poco si sviluppano e vengono messi leggermente a margine.

Loki 2 episodio 3: gusto Camp

Loki 2 episodio 3: Victor Timely (Jonathan Majors) in una scena del terzo episodio

Il setting della puntata si sposta, dopo pochi minuti, nel 1893, anno e luogo in cui sono state rintracciate Ravonna e Miss Minutes. Loki e Mobius si lanciano quindi all’Expo di Chicago alla ricerca della IA, l’unica in grado di salvare la TVA dalla distruzione. Troveranno, però, qualcosa di meglio: una delle varianti di Colui che rimane è proprio lì, Victor Timely. Diventa, ovviamente, l’obbiettivo di entrambe le coppie. Una per salvare la Time Variance Autority, l’altra per ristabilire l’ordine e riportare un Kang sul trono del tempo. A mischiare le carte arriverà Sylvie, intenzionata ad uccidere tutte le varianti possibili di Colui che rimane per ristabilire il libero arbitrio. Quello che non risulta chiaro, sono le motivazioni che spingono Sylvie: lei sì, vuole rendere tutti liberi di scegliere per sé stessi senza essere legati alle scelte di un’unica autorità ma, allo stesso tempo, non sembra recepire quello che Loki e Mobius tentano di spiegarle da due episodi. Senza la TVA il tempo collasserà su sé stesso con la conseguente distruzione dell’universo. L’unico che, ironicamente, può salvarlo è proprio Kang. È spinta da una folle sete di vendetta comprensibile da un certo punto di vista, ma che la rende probabilmente anche molto sorda. Probabilmente tra i tre questo è l’episodio più debole in quanto a sviluppo e narrazione, nonostante sia largamente quello con il setting migliore e più ispirato. Il gusto puramente camp è tanto gradevole e le sequenze più scanzonate al limite della Slapstick sono efficaci e divertenti.

Kang o chi per lui

Chi ruba la scena in questo episodio è lo stesso che, volenti o nolenti, la ruba in ogni produzione MCU in cui è apparso: Jonathan Majors. Interpreta una versione primordiale di Kang, Victor Timely, che è venuta a conoscenza della TVA da bambino proprio grazie all’intervento di Ravonna e Miss Minutes. È una versione che ovviamente strizza gli occhi alla classica figura dello scienziato pazzo di fine Ottocento. Chissà come la Marvel gestirà il futuro dell’attore visti i processi pendenti a suo carico e le accuse gravi di cui dovrà rispondere. Resta il fatto che Jonathan Majors è un bravo attore, che si è calato perfettamente nella parte di Kang e sostituirlo non sarà di certo facile. Di sicuro continueremo a vederlo nelle prossime puntate di Loki che speriamo non arrestino la corsa del treno di questa seconda stagione.

Alessandro Libianchi

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