La nuova produzione, che sta modificando l’assetto industriale del fashion, si apre a nuove tecnologie e tra queste la più discussa degli ultimi mesi è proprio l’Intelligenza Artificiale. Sin dal suo annuncio si è a lungo dibattuto se questo ‘’aiuto’’ esterno potesse essere realmente tale, e ora i brand mettono alla prova le sue capacità. Tra questi vi è Revolve, il brand americano che ha affidato all’Intelligenza Artificiale 3 collezioni autoprodotte, che hanno debuttato online negli ultimi giorni. Come preannunciato alla New York Fashion Week, la collaborazione tra fashion e tech si è svolta con la collaborazione di Maison Meta, agenzia creativa esperta nell’uso dell’Artficial Intelligence.
Intelligenza Artificiale: le tre collezioni tech di Revolve
Diversamente dalle altre collezioni, che uniscono artigianato e creatività in capi dalla lunga ed accurata lavorazione manuale, questi abiti uniscono la contemporaneità delle innovazioni tech con la produzione unica di ogni capo. Sono 10-12 capi unici, che uniscono tagli tradizionali, come per la gonna lunga bianca e pantaloni combat verdi, ad altri più sperimentali, come per il look formato da camicia corta velata che permette alla pelle di contrastare con la tinta scura del tessuto lurex. A rappresentare l’innovazione anche il mini abito in tulle con maniche increspate che ricorda un personaggio della narrativa fantasy.
I vincitori e la produzione
A rendere il progetto unico non è solo l’uso dell’Intelligenza Artificiale ma anche il coinvolgimento di designer che non provengono dal fashion, e non hanno formazioni in questo ambito. I primi due vincitori dell’AI Fashion Week, nella quale sono stati decretati i creativi finalisti che avrebbero partecipato al progetto di Revolve, sono stati Josè Sebral, che ha chiamato il suo nuovo brand Patiff, e Matilde Mariano, con il suo brand Molnm, ed entrambi hanno un background in architettura. Il terzo vincitore si chiama Opè, il cui nome è lo stesso del suo brand, è nato e cresciuto in America lavorando con Betsey Johnson, prima di diventare designer. I vincitori hanno progettato le loro creazioni utilizzando i generatori di immagini AI Midjourney e Stable Diffusion, e l’editing di secondi programmi, ma per produrre gli abiti fisici ognuno ha avuto a disposizione il team di Revolve, tra cui i direttori del progetto, processer, modellisti ed esperti del tech, con i quali hanno definito i design generati dall’Intelligenza Artificiale, aggiungendo materiali appropriati, funzionalità, e cura visiva. La formazione in ambito costruttivo ha permesso ai designer di seguire il passaggio da progettazione digitale a produzione fisica. Questo per Revolve ha significato riuscire ad essere un brand guida nella digitalizzazione del percorso creativo che ora diventa innovativo, senza rinunciare all’efficienza del prodotto. Il co-fondatore, Michael Mente, ha detto:
‘’la crescita tecnologica è un grande vantaggio per Revolve. Con l’Intelligenza Artificiale possiamo dare spazio ai nuovi designer, brand emergenti, per i quali siamo noti’’
così Revolve si rivolge alla nuova generazione di designer, avvicinandosi a loro in formato digitale. Un formato che permette ad ognuno di realizzare i propri progetti, contribuendo alla crescita di una creatività diversa e nuova.
Tradizione ed innovazione con il tech
Così diventa sempre più importante una collaborazione tra fashion e tech, che ponga l’attenzione dell’industria sulla diversità del prodotto e dei designer. Sono gli stessi brand ad aprirsi ad una digitalizzazione del prodotto, non solo nella sua costruzione ma anche nella sua fase di progettazione, senza rinunciare alla tradizione presente nella fase di produzione di collezione. E Revolve si impegna a rendere questo dialogo tra tradizione ed innovazione possibile, e come ricorda Mente questa unione si regge su un rapporto diretto tra design e prodotto.
Luca Cioffi
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