Il lusso si deve distinguere, e sembra quasi un dictat, quando Dounia Wone, Chief Impact Officer di Vestiaire Collective, comunica che la piattaforma di rivendita online di capi di lusso ha stabilito di aumentare i criteri di selezione dei suoi prodotti. Una selezione che ora non coinvolge più la grande distribuzione, lasciando spazio solo ai beni luxury. Con il comunicato condiviso negli scorsi giorni dall’e-store ed il nuovo progetto di advertising, Vestiare Collective diviene ancora una volta protagonista delle eco-scene con un nuovo percorso di sensibilizzazione alla sostenibilità.

Vestiaire Collective: la nuova selezione che sceglie (anche) per eco-compatibilità del prodotto

Vestiaire Collective luxury - Photo Credits portalsiresp.com

Continua l’impegno di Vestiaire Collective nell’eco-fashion, con un nuovo progetto dal titolo ‘’Think First, Buy Second’’. Lo stesso titolo progettuale richiama al processo di selezione che dal 2009 distingue l’e-store dagli alti rivenditori. Come hanno più volte detto le sue fondatrici, Fanny Moizant e Sophie Herean, ‘’la cura è in tutto’’, e anche i brand presenti sulla piattaforma devono seguire dei precisi codici valoriali, tra questi l’eco-compatibilità. E per questo, ora, Vestiaire Collective prende le distanze dalla grande distribuzione che ogni anno contribuisce al 36per cento del consumo di abiti ed accessori, portando l’industria ad un aumento della produzione e con questo del consumismo. Ma questo non vuole essere un gesto punitivo, tutto il contrario, si presenta come un invito rivolto ai propri utenti e acquirenti a scegliere sostenibilmente, tra l’altro è lo stesso store a ricordare di essere nato come spazio digitale di rivendita del lusso.

I brand e la selezione

Ma quali sono i brand che non potranno più comparire sul sito? Sono 30 e tra questi ci sono i colossi H&M e Mango, che però già apparivano raramente. Come parte di un percorso di eco-compatibilità triennale, diversificato in tre fasi, questa nuova struttura selettiva permetterà di ridurre del 24per cento il consumo di abiti, rivalorizzando l’identità del vintage: acquistare consapevolmente. Consapevolezza e valore storico sono i due principi fondanti di Vestiaire Collective, ed è proprio Dounia Wone, Chief Impact Officer dell’e-store, a dire:

‘’questa nuova selezione di brand contribuirà a rendere solida la catena eco-sostenibile non solo del vintage ma anche del nuovo, rendendola durevole come una storia che continua. È nostro dovere agire e coinvolgere nuovi operatori affinché si uniscano a noi in questo movimento, così da contribuire insieme’’

per poi comunicare i nuovi criteri, che si possono raccogliere in cinque parti: il costo, valutato insieme ai costi secondari di riparabilità del prodotto, il tasso di aggiornamento del capo, a seconda di quante uscite ci sono in un periodo di tempo di 4mesi dello stesso, la quantità di modelli prodotti, i tempi del ciclo produttivo, la frequenza e l’intensità delle promozioni di vendita. Secondo nuove informazioni condivise dall’e-store, questo porterebbe ad un ritorno del 70per cento in interazioni tra venditori e acquirenti.

Il progetto

Per accrescere la consapevolezza sul tema, Vestiare Collective ha ideato anche un nuovo progetto di advertising interattivo. Il progetto consiste nell’immaginare alcuni dei luoghi simbolo di città come NewYork e Parigi, colmi di scarti d’abiti. L’idea nasce per mostrare quanto sia il consumo e come questo si rapporta con lo scenario di vita quotidiana. Sul sito sarà in oltre disponibile una guida online con risorse pratiche su come donare i propri capi, e approfondimenti sulla sostenibilità.

Luca Cioffi

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