Negli ultimi anni, il mondo dell’odontoiatria ha fatto passi da gigante. Questi ultimi hanno riguardato e riguardano sia i risultati che si possono ottenere dal punto di vista funzionale ed estetico, sia il comfort del paziente.

Per quanto riguarda l’ultimo punto, tra gli approcci più innovativi è possibile citare il ricorso all’induzione ipnotica. Sempre più presente negli studi dentistici della penisola – il dentista Vignato a Vicenza si può definire, a ragione, come un pioniere a livello nazionale per quanto riguarda il tema oggetto di queste righe – presenta diversi vantaggi.

Il primo e più conosciuto è la capacità di favorire il rilassamento del paziente. La paura del dentista, tecnicamente conosciuta come odontofobia, riguarda tantissime persone.

Secondo i dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ne soffre il 15-20% della popolazione globale, dato che rende la situazione degna di attenzione clinica.

L’uso delle tecniche di induzione ipnotica nello studio dentistico, come ha avuto modo di dichiarare nel corso di diverse interviste rilasciate negli anni il Dottor Giuseppe Vignato stesso, rappresenta un valido punto di riferimento pure nei casi in cui si punta a limitare il ricorso a farmaci e anestetici.

Ipnosi dal dentista: uno strumento prezioso per il benessere del paziente

Tra i principali scopi dell’utilizzo delle tecniche ipnotiche nello studio dentistico rientra l’intenzione di guidare il paziente verso una condizione di massimo benessere.

In questo modo, si permette all’organismo di funzionare meglio dal punto di vista biologico e neurologico, aspetto che si traduce, per esempio, nella diminuzione dei sintomi dell’ansia e della paura.

Tramite le tecniche ipnotiche – se ne possono chiamare in causa diverse e una delle più popolari è indubbiamente quella messa a punto da Milton Erickson – il professionista, adeguatamente formato, mira a riprodurre, nel paziente, il sopra citato stato mentale all’insegna del benessere.

Oltre che agli step tecnici di induzione dello stato di ipnosi, deve fare riferimento pure all’empatia e all’ascolto attivo, in quanto ogni persona è diversa e si rapporta in maniera specifica a una pratica come l’ipnosi che, pur essendo scientificamente efficace, viene ancora vista con un certo grado di diffidenza o di curiosità.

Tutto, in ogni caso, deve partire con un colloquio iniziale. Nel corso di esso, si costruiscono le basi per quella che è l’alleanza terapeutica con il paziente (il quale, come già accennato, non viene reso protagonista di percorsi che indagano i suoi eventuali traumi passati, compito che spetta allo psicoterapeuta).

Dopo il trattamento e la deinduzione, il professionista e il paziente effettuano un briefing, così da permettere al primo di capire come si è sentito il secondo e da valutare come e se applicare nuovamente la tecnica.

Altri campi di applicazione dell’ipnosi in odontoiatria

Nelle righe precedenti, abbiamo citato solo due tra i numerosi campi di applicazioni dell’ipnosi in odontoiatria e per un motivo preciso: sono i più celebri. Ce ne sono tanti altri!

Questo approccio tecnico, che non prevede mezzi costosi, tempi lunghi e lavoro approfondito sul passato e sui blocchi del paziente, ma si basa su modelli linguistici aventi il fine di diminuire la distanza tra il paziente stesso e il professionista che lo cura, può rivelarsi utile, per esempio, quando è necessario controllare la scialorrea (eccessiva salivazione).

Riferimento prezioso anche nei frangenti in cui si ha a che fare con pazienti che soffrono di claustrofobia per la diga dentale – il telo in gomma che permette di isolare un determinato numero di denti dal resto del cavo orale, con vantaggi pratici che comprendono, per esempio, la possibilità di evitare il ricorso ad aspiratori e cilindri in cotone – l’ipnosi dal dentista trova applicazione anche nel campo della pedodonzia.

Nel corso degli anni, i professionisti che hanno iniziato ad applicarla hanno riferito che, dopo la prima seduta, i pazienti sono spesso tornati con un atteggiamento più rilassato.