Nello spazio di LetteralMente Donna una donna eccezionale che è stata una vera e propria musa glamour della sua generazione e che saputo raccontare il mondo scintillante di Los Angeles e Hollywood nella sua essenza dannata. La donna è Eve Babitz e questa è la sua storia
Eve Babitz, la foto con Duchamp e l’arte della seduzione
Prima di comprendere la vita e le scelte che anno portato Eva Babitz ad essere prima dimenticata e poi riscoperta facciamo un passo indietro dicendo che due elementi hanno caratterizzato la sua esistenza fortemente come l’ambiente familiare e il liceo che aveva frequentato. Grazie al padre Sol, che era un violinista che suonava colonne sonore, la Babitz riuscì ad entrare da ragazzina nel fervido ambiente musicale e cinematografico hollywoodiano degli anni 50′ e 60′ assaporando appieno l’essenza glamour di una città multiculturale come Los Angeles.
Infine, come lei stessa ha raccontato e come portato da Doppio Zero, l’Hollywood High, il liceo da lei frequentato, era un luogo dove “le ragazze erano incredibilmente belle. E ce n’erano circa venti che, prese singolarmente, ti mandavano fuori di testa. Insieme – e stavamo quasi sempre insieme – erano il fallimento di ogni serio tentativo di fare lezione. Una bellezza così concreta che i capoclasse e le insegnanti responsabili della condotta aiutavano le ragazze nei loro intrighi invece di tentare di imporre l’ordine”.
La smisurata bellezza
L’arma con cui Eve Babitz si fece strada tra le luci sfavillanti di Los Angeles è soprattutto quella a doppio taglio della bellezza. La prima occasione se la creò, a soli vent’anni, per vendicarsi del suo amante e gallerista Walter Hopps che non l’aveva invitata ad una mostra, quando si fece scattare una foto mentre gioca a scacchi nuda con Marcel Duchamp che passerà alla storia. Disse di quella foto la stessa Babitz, come scrive Serena Dandini in “La vendetta delle muse”, “Sono sei chili sovrappeso, ho un aspetto da invincibile e non mostro mai nessuna delle qualità femminili tanto elogiate nei secoli, come la modestia, il tatto o la dolce vulnerabilità”
Con quella foto si fa conoscere e conquistare da molti uomini che diventeranno importanti star come Jim Morrison e Harrison Ford ma sempre solo per gioco diventando la musa glamour di quegli anni della Hollywood dorata. Scrisse lei stessa, come riportato da Rivista Studio, “Scegliere un uomo è come scegliere un aggettivo, mi fanno tutti sentire modificata; anche una parola come girl-friend mi fa sentire come tagliata in due. Preferirei essere una macchina, una normale, non una macchina blu e nemmeno una macchina grossa, che passare il resto della mia vita prigioniera di un aggettivo”.
Da musa a scrittrice
Un racconto intitolato “The Sheik” aprì a Eve Babitz le porte della prestigiosa rivista Rolling Stone e diede inizio alla sua carriera da scrittrice. L’età d’oro di Hollywoood era bruscamente finita ma di quel mondo la Babitz divenne testimone nei suoi romanzi e nelle sue memorie divise tra fiction e realtà . Cosi libri come “Sex and Rage“, “L.A. Woman” e “Hollywood’eve” sono indissolubilmente legati all’esperienza di una donna spericolata e senza limiti che si immersa a pieno nella vita di Los Angeles andando fino in fondo e per questo venendo criticata dai contemporanei e riscoperta solo recentemente.
Anche lee donne dei romanzi dalla Babitz rispecchiano l’impudenza e il desiderio femminile del suo tempo. Sono frivole e disinibite e tendono all’apparire e mai all’essere definitivamente serie in un contesto che può sembrare superfluo ma che in realtà rappresenta la Hollywod dei quei tempi con le feste smodate, il valium e le crisi nervose. Qualcosa che la Babitz racconta senza limiti narrativi e facendo immediatamente riflessioni sulla posizione dell’autore all’interno della sua storia. Il tutto con uno stile non lineare dove spiccano associazioni di idee e salti temporali.
Stefano Delle Cave
Seguici su Google news