Dopo il massiccio attacco lanciato venerdì dall’esercito russo su Kiev, Leopoli, Kharkiv, Odessa e Kherson, arrivano anche le nuove minacce da parte del rappresentante permanente del Cremlino all’Onu, Vasily Nebenzya, nel corso di una riunione del Consiglio di sicurezza: “I piani militari del regime di Kiev hanno subito un fiasco totale, quindi aspettatevi le peggiori notizie per voi e per i vostri delegati ucraini nel prossimo futuro”.
Secondo il diplomatico “i nuovi pacchetti di assistenza militare e finanziaria per Zelensky e la sua banda approvati a Washington o Bruxelles ritarderanno soltanto l’agonia del suo regime, ma non la impedirà. La vittoria militare dell’Ucraina sulla Russia è un obiettivo irraggiungibile”, ha detto Nebenzya.
Sono salite a 13 le vittime a Kiev dell’attacco sul larga scala lanciato dalle forze russe nella notte tra giovedì e venerdì: lo ha reso noto questa mattina su Telegram il sindaco della capitale, Vitaliy Klitschko. “Tra le macerie sono stati recuperati altri due corpi. In questo momento le persone uccise sono 13”, si legge nel messaggio. Il bilancio complessivo dei morti nell’attacco sale così a 32. Non c’è ancora un aggiornamento dei feriti, che fino a ieri erano 160.
L’esponente del partito di Russia Unita, Vladimir Egorov, è morto. all’età di 46 anni dopo essere precipitato da una finestra del suo appartamento al terzo piano di un edificio della città di Tobolsk, in Siberia, rendono noto fonti ucraine. Il corpo privo di vita è stato scoperto mercoledì scorso. Le autorità russe hanno aperto una inchiesta sulle cause della morte che richiama, per le circostanze, una serie di decessi nelle fila della nomenklatura politica ed economica russa. Egorov era deputato della Duma locale. Nel 2016 era stato condannato per corruzione ma aveva evitato la pena, sostengono le fonti, grazie ai suoi incarichi politici.