Sliding doors della vita. Incredibile, ma vero, uno dei tennisti più iconici di sempre sarebbe potuto un calciatore ad altissimi livelli. Parola di chi i campi li ha calcati per tantissimi anni vincendo numerosi trofei con una delle squadre più importanti e famose del mondo. Miguel Ángel Nadal, zio di Rafa Nadal, si è recentemente dilungato sull’attitudine calcistica fanciullesca di suo nipote. La leggenda del Barcellona, calciatore in grado di alzare anche la Champions League nel 1992, ha rivelato che da ragazzino il futuro numero uno del tennis internazionale era un bomber implacabile.
Le parole dello zio di Rafa Nadal: “Mio nipote era un bomber di razza”
“Mio fratello e suo padre Sebastián erano grandi tifosi del Real Madrid fin da quando erano piccoli e si assicuravano che suo figlio seguisse la stessa strada. Gli hanno subito messo una maglietta blanca e lui l’ha adorato – le parole Miguel Ángel Nadal, zio di Rafa e leggenda del Barcellona, ai microfoni di AS – . Io e mio fratello Toni abbiamo provato a fargli cambiare idea, ma non c’è stato verso. Sono riuscito a mettergli la maglia del Barça e non aveva un bell’aspetto. Poi ho capito che era una battaglia persa. Fin da bambino era già un giocatore a scatto fisso con il Real Madrid. Immagino che era felice dei successi di suo zio anche se era un grande tifoso del Real Madrid. Ha vissuto e sofferto i due campionati che il Real Madrid ha perso a Tenerife quando era molto giovane. Immagino che gli abbia dato fastidio, ma voglio anche credere che si consolasse sapendo che li avrei vinti io. Rafa da piccolo, era un grande realizzatore al Manacor. Si è distinto in tante sfaccettature e una di queste era il gol. Era molto bravo a calcio ed è vero che era un grande bomber. Onestamente, penso che sarebbe arrivato a giocare nella Liga. Riuniva tante qualità e virtù in campo, a parte l’agonismo. Da quello che ho visto di lui e dalla proiezione che aveva, penso di sì. Io a tennis Ero piuttosto bravo, è vero. Avevo un buon livello e ho vinto qualche torneo importante, ma nel tennis è più difficile che nel calcio arrivare ai massimi livelli, perché è uno sport individuale e non ci sono tante porte aperte. Arrivano solo gli eletti“.
(Credit foto – ATP Tour)
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