L’Ecuador è nel caos totale. Dopo l’irruzione di un gruppo armato in uno studio televisivo nella città portuale di Guayaquil e la presa di ostaggi, che si è fortunatamente conclusa in breve tempo con la loro liberazione e l’arresto degli assalitori da parte delle forze di polizia, altri episodi di violenza si sono verificati nel Paese e hanno provocato la morte di almeno 10 persone e il ferimento di altre tre.
Nel pomeriggio di martedì un gruppo di uomini armati e incappucciati ha fatto irruzione in uno studio del canale pubblico, in diretta, della città di Guayaquil, da mesi epicentro da mesi delle violenze. Nelle drammatiche immagini trasmesse in diretta, che hanno fatto il giro del mondo sui social, si sono visti gli aggressori, vestiti con tute sportive, con in mano granate e fucili mitragliatori, prendere in ostaggio diversi giornalisti e tecnici, minacciandoli di morte. Dopo mezz’ora di panico, le luci dello studio si sono spente e si è solo potuto sentire l’arrivo delle forze speciali della polizia: a quanto è stato successivamente riferito, gli agenti sono riusciti a liberare gli ostaggi.
Dopo l’assalto alla tv e l’annuncio di Noboa, a Guayaquil è scoppiata la violenza: nel corso della giornata si sono registrati diversi attacchi contro la popolazione civile e la polizia. Un commissariato è stato colpito da un attentato, mentre due addetti alla sicurezza di un centro commerciale sono stati freddati dai criminali per aver impedito l’accesso ai locali affollati. In tutto si contano 8 morti e 2 feriti, mentre 14 persone sono state arrestate.
Cosa sta succedendo in Ecuador, caos totale
Il presidente Daniel Noboa ha dichiarato che il Paese sudamericano è in un “conflitto armato interno” e ha ordinato la “neutralizzazione” dei gruppi criminali coinvolti nel narcotraffico con un decreto. La polizia intervenuta nello studio televisivo ha bollato l’azione come “terroristica”. Diversi attacchi armati sono stati registrati in più zone di Guayaquil, ha reso noto il sindaco Aquiles Alvarez.
Ci sono stati saccheggi, rapine e sparatorie in aree commerciali. Ma è stata una giornata di terrore che ha devastato numerose altre città, compresa la capitale Quito. Nel nord della capitale diversi individui hanno sparato contro i veicoli che passavano nelle loro vicinanze, provocando la morte di cinque persone e ferendo uno studente di una scuola della zona. Nelle vicinanze, un gruppo armato ha fatto irruzione in un magazzino di pezzi di ricambio e ha ucciso tre persone.
Il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato di essere “estremamente preoccupato”: “Sono estremamente preoccupato per le violenze e i rapimenti”, ha scritto su X il massimo diplomatico statunitense per l’America Latina, Brian Nichols, aggiungendo che i funzionari americani “rimarranno in stretto contatto” con la squadra di Noboa. “Siamo in stretto coordinamento con il presidente Noboa e il governo ecuadoriano e siamo pronti a fornire assistenza”, ha aggiunto un portavoce del Dipartimento di Stato.
La stessa fonte ha confermato che l’amministrazione di Joe Biden sta “monitorando da vicino” le segnalazioni di “violenze, rapimenti e una serie di esplosioni in Ecuador”. “Condanniamo questi attacchi sfacciati”, ha sottolineato il portavoce della diplomazia statunitense. Intanto la Cina ha annunciato la sospensione, a partire da oggi, delle operazioni al pubblico nella sua ambasciata e in tutti i consolati in Ecuador.