La Limerence – o limerenza – è uno stato di ossessione romantica che consiste in un’intensa infatuazione e idealizzazione dell’oggetto d’amore. Questa condizione, poiché causa di sofferenza emotiva, può essere considerata il lato oscuro dell’esperienza romantica in quanto la persona che sperimenta questo status è accompagnata da pensieri intrusivi che invalidano e interferiscono con la vita quotidiana.

Limerence, il lato oscuro dell’amore: origine e risvolti

Limerence
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Quando si dice ”perdere la testa per amore” spesso si è portati a pensare a una condizione romantica, fatta di beatitudine e di sensazioni sognanti come la classica immagine delle ”farfalle nello stomaco”. Tuttavia, anche l’amore più romantico cela dei lati oscuri che possono interferire con la vita quotidiana come, per esempio, l’ultrattaccamento noto anche come Limerence. La limerenza è uno stato d’animo che deriva da sentimenti verso un’altra persona; include pensieri intrusivi o eccessive preoccupazioni, ma anche il desiderio di essere ricambiati.

La limerenza, infatti, può anche essere definita come uno stato involontario di intenso desiderio verso qualcuno, caratterizzata da una forte brama di reciprocità.Il concetto di Limerence si deve alla psicologa americana Dorothy Tennov che lo introduce per la prima volta nel libro Love and Limerence – the Experience of Being in Love (1979). Tennov condusse delle interviste su una serie di persone sul tema amoroso, oltre 500, appurando come la condizione di limerenza fosse, per alcuni versi, una forma di ossessione romantica.

Acuta sensibilità agli eventi esterni e parole intraducibili che descrivono la condizione

Dorothy Tennov chiama la condizione di Limerence anche attaccamento amoroso, proprio per sottilineare lo stato cognitivo caratterizzato da un intenso desiderio che sconfina quasi nell’ossessione. Il soggetto che sperimenta la Limerence è spesso una persona molto sensibile, soprattutto agli eventi esterni; la particolarità di questo stato cognitivo ed emotivo, che poi è la caratteristica principale che interferisce con la vita quotidiana, è l’oscillazione dell’umore del soggetto che si ritrova in questa situazione. Il soggetto può provare un’intensa gioia, per esempio, se l’oggetto del proprio amore risponde a un suo messaggio; ma può essere incline a uno stato di disperazione molto intensa se questo non dovesse accadere.

Risulta quindi interessante notare come i sentimenti cambino a seconda degli eventi esterni, condizione che a lungo andare può risultare logorante. In alcune lingue esistono delle parole, intraducibili in lingua italiana, che descrivono questa condizione e le sensazioni sperimentate da chi si trova in stato di limerenza; Verliebtheit (tedesco), Paixonite ( brasiliano) ma la più nota è sicuramente Forelsket; vocabolo norvegese riferito alla sensazione di eccitamento, allegria e aspettativa che si manifesta durante una condizione di innamoramento molto intensa; l’euforia provata con tutte le annesse reazioni chimiche, comportamentali e mentali che questo status comporta.

Durante le primordiali fasi di innamoramento esistono, infatti, dei processi biochimici che si attivano nel cervello producendo una sensazione di euforia per opera di alcuni ormoni. La serotonina, che è l’ormone deputato alla gioia e alle sensazioni piacevoli, è il neurotrasmettitore responsabile della sensazione di felicità tipica. La dopamina  è responsabile della sensazione di benessere e serenità; quando si è in compagnia dell’altro, per esempio. Infine, la norepinefrina che rilascia una sensazione di gioia, adrenalina, timore ed energia.

Limerence, l’altro lato dell’amore romantico

Importante sottolineare che la Limerence è una condizione vissuta involontariamente, fortemente caratterizzata dal desiderio di reciprocità e, in questo senso, è una forma ossessiva di amore romantico in cui confluisce anche l’attrazione sessuale:

”L’attrazione sessuale è una componente essenziale della limerenza… OL (oggetto limerenza), per diventare LO, deve stare in relazione al limerent ( persona amata) come qualcuno per il quale il limerent è un potenziale partner sessuale”.

La Limerence è spesso caratterizzata da pensiero ruminativo, ansia e depressione. Per alcuni versi è paragonata all’infatuazione, quella che nel linguaggio colloquiale è nota come la classica cotta. Tuttavia, la cotta è di breve durata mentre un soggetto può vertere nella limerenza anche per anni. Per spiegare il concetto di Limerence, Dorothy Tennov paragona questo aspetto dell’amore al sentimento, struggente e desiderante, provato da Dante nei confronti di Beatrice; il Sommo poeta incontrerà la donna-angelo che ispirerà la Divina Commedia e La Vita Nuova solo due volte.

Il sentimento a mezz’acqua, il desiderio insoddisfatto verso l’oggetto del proprio amore definisce la limerenza; da questa condizione nasce un circolo di pensieri e sensazioni che si tramuta in ossessione verso quell’oggetto di brama, arrivando a trascorrere il proprio tempo a fantasticare su di esso. La Fantasticheria, che in psicologia è un’attività mentale interferente con l’azione e con la vita reale e psichica, induce a un processo di cristallizzazione che è poi conseguenza diretta della Limerence.

In ogni caso, la limerenza esiste solo nel momento in cui perdura l’attrazione insoddisfatta dell’oggetto del proprio amore; per parafrasare la psicologa Nicky Hayes è la natura irraggiungibile dell’oggetto amoroso che alimenta l’intenso desiderio e sentimento verso l’altro. In letteratura si potrebbero citare numerosi esempi di amore limerente: Francesco Petrarca e Laura, che a volte rinforza la condizione di limerence del poeta dandogli qualche speranza; Giacomo Leopardi e Gertrude Cassi Lazzari, Fanny Tongioni Tozzetti, Teresa Fattorini: la famosa Silvia. Un altro noto esempio letterario di limerenza è quello di Werther per Charlotte ne I dolori del giovane Werther di Goethe .

Componenti ed effetti

Fra le caratteristiche che includono il desiderio di reciprocità si aggiunge un incontrollato timore di essere rifiutati, ma anche una particolare timidezza alla presenza dell’oggetto d’amore, e un  vigoroso equilibrio fra speranza e incertezza che sviluppa e sostiene la condizione. Chi sperimenta una situazione di Limerence non analizza la realtà oggettiva ma come viene percepita; si ritrova, quindi, a esaminare in modo approfondito sfumature e sottigliezze del comportamento dell’altro cercando ”prove” che attestino come il sentimento sia corrisposto. Molto spesso banalità, frasi, comportamenti, gesti, sono esaminate all’infinito per captare un significato più consono alla realtà percepita. Il soggetto non metabolizza, in questo contesto, la convinzione che l’oggetto limerente non ricambi e non potrà ricambiare in futuro: finale che può essere raggiunto, ma con molta difficoltà.

Gli effetti fisiologici di questo stato cognitivo sono spesso ansia e palpitazioni che si legano anche a effetti psicologici, in cui predominano ambiguità paralizzante, timore dell’abbandono, confusione dettata da una sbagliata computazione dei comportamenti altrui: uno status, quindi, che genera prostrazione mentale derivante da picchi di intensa estasi che sfociano in disperazione se rapportati a un comportamento che il soggetto processa come negativo. Tennov stima, basandosi sui dati del questionario e delle interviste, che la durata media della fase sia di circa tre anni. In casi estremi può durare da settimane a diversi decenni. 

Limerence, il timore di un’intimità reale

Una persona, quindi, vive nella speranza compulsiva che l’oggetto del suo desiderio provi lo stesso sentimento; spesso per le scariche di dopamina che un rinforzo positivo attuato dall’oggetto d’amore può donare al soggetto amante. Tuttavia chi si trova in questa condizione può anche giungere a vedere la relazione che tanto brama come unica risposta ai problemi della propria vita, approdando nella fase di cristallizzazione. La Limerence può esaurirsi quando si arriva a uno stato di realtà, ovvero quando c’è il rischio che la relazione si concretizzi perché è più semplice cadere nel vortice della limerenza quando non si conosce l’altro; la poca conoscenza dell’oggetto è causa principale dell’idealizzazione dello stesso.

Alcuni esperti ritengono sia una sorta di meccanismo di difesa che si attua per il timore di una intimità reale; si alimenta una fantasia irraggiungibile proprio perché il soggetto sa che è qualcosa che non potrà mai realizzarsi, riducendo il rischio di essere bersaglio di una effettiva vulnerabilità romantica e risparmiandosi, così, una potenziale sofferenza concreta .

Stella Grillo

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