Il brand skincare Dove ha affermato in una campagna marketing che l’intelligenza artificiale (AI) è una vera e propria minaccia per la rappresentazione della bellezza reale e si impegnerà a non utilizzare mai l’AI per le sue pubblicità.
Dove dichiara che non utilizzerà mai l’Intelligenza Artificiale per le sue pubblicità
L’impegno di Dove arriva nel momento in cui il brand di proprietà di Unilever celebra i 20 anni della sua “Campagna per la bellezza reale”, in cui sfida la società, i media e l’industria della bellezza a cambiare la rappresentazione delle donne, a essere trasparenti sulle distorsioni digitali e ad affrontare l’impatto dannoso di standard di bellezza irrealistici su donne e ragazze.
Nel 2004, quando è iniziata la campagna, la ricerca di Dove ha rilevato che solo il 2% delle donne si considerava bella, mentre nel rapporto globale 2024 “The Real State of Beauty” rivela che mentre gli ideali di bellezza si sono diversificati nel corso degli anni, la lista di controllo è sempre più ampia e impossibile da soddisfare, dall’apparire sani (79%) all’essere anche magri (71%), dall’avere una vita piccola (66%) all’essere curvy (55%). Dove ha scoperto che 2 donne su 3 ritengono che oggi ci si aspetti che le donne siano fisicamente più attraenti di quanto non lo fossero quelle della generazione delle loro madri.
Dove ritiene che una delle maggiori problematiche rispetto alla rappresentazione della bellezza reale oggi sia proprio l’intelligenza artificiale: nove donne e ragazze su 10 hanno dichiarato di essere state esposte a contenuti di bellezza potenzialmente dannosi online.
La dottoressa Phillippa Diedrichs, psicologa ricercatrice presso il Centre of Appearance Research dell’Università del West England ed esperta di immagine corporea, ha dichiarato in un comunicato che: “Nonostante 20 anni di lavoro per ampliare le definizioni di bellezza, le donne si sentono meno sicure della propria bellezza rispetto a dieci anni fa. La rappresentazione è più importante che mai. Con la continua evoluzione della tecnologia AI, diventa sempre più difficile distinguere tra la bellezza reale e quella prodotta dall’AI”.
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