Katalin Karikò viene licenziata sal Szeged Biological Research Center in Ungheria dove aveva deciso di continuare i suoi studi sull’RNA iniziati all’Università di Szeged. Era il 1985, c’era ancora il Muro di Berlino, lei ricercatrice appena trentenne, prende al volo l’offerta per un posto alla Temple University in Pennsylvania. Gli Stati Uniti le aprono le porte ed insieme al marito e alla figlia di due anni, sbarcano negli Usa con 1200 dollari in tutto. Il ricavato della vendita della loro vecchia automobile al mercato nero. Oggi, racconta di quando la madre le diceva che prima o poi avrebbe ascoltato alla radio l’annuncio del Nobel alla figlia. Lei rispondeva: “Non ho mai ricevuto nemmeno una borsa di studio”. Oggi i sacrifici della biochimica ungherese sono stati ripagati, con il più prestigioso dei riconoscimenti. La Karikò è la tredicesima scienziata a ricevere il Nobel per la Medicina. 

Dopo cinque anni alla Temple passa alla Pennsylvania University. Anche qui però la vita per i suoi studi pioneristici sulla terapia genica basata sull’mRNA non è facile. Un’area di ricerca difficile, che la portarono nel 1995 ad essere demansionata nel suo incarico universitario. Nel corso della sua carriera si è dovuta scontrate con almeno due rettori dell’Università americana che hanno fatto di tutto per relegare ai margini la sua attività di ricerca, convinti che il suo lavoro fosse arrivato ad un vicolo cieco. Molte domande di finanziamenti vennero respinte. Ma la sua tenacia ha avuto la meglio.

L’incontro con Drew Weissman e Katalin Karikò 

La svolta arriva con l’arrivo nell’ateneo dell’immunologo Drew Weissman, che, a partire dal 1997, supportò gli studi della Karikò. Insieme, sono riusciti a scoprire meccanismi chiave per lo sviluppo degli attuali vaccini, e delle altre terapie a base di mRNA, come, per esempio la terapia genica. La sua scoperta chiave è stata quella della messa a punto, nel 2005, di un metodo che permettesse di prevenire la risposta infiammatoria all’Rna sintetico da parte dell’organismo. Questo ha aperto la strada a tutte le altre applicazioni tanto che molti ricercatori, inclusi quelli che ora lavorano per la casa farmaceutica Moderna, riconoscono il ruolo di primo piano della ricercatrice ungherese. Le sue ricerche e specializzazioni comprendono la terapia genica messaggera basata sull’RNA, le reazioni immunitarie indotte dall’RNA, le basi molecolari della tolleranza ischemica e il trattamento dell’ischemia cerebrale.

Dal 2014 Katalin Karikò, che è titolare di diversi brevetti, lavora per la Biontech, la società tedesca che ha sviluppato il vaccino che viene somministrato in queste ore nel Regno Unito contro il Covid, dopo aver rifiutato una proposta di lavoro, dalla diretta concorrente, Moderna. “Penso che dovrebbe ottenere il Premio Nobel per la chimica”, ha detto al Post Derrick Rossi, uno dei principali biologi molecolari del paese. Rossi, un ex professore di Harvard, ha visto la ricerca di Kariko dopo che è stata pubblicata nel 2005, ne ha riconosciuto il potenziale e si è basato su di essa quando ha fondato Moderna nel 2010

Chi è la figlia Susan

Susan Francia è un’atleta statunitense e ungherese nata l’8 novembre 1982. Ha 40 anni. E’ originaria di Seghedino, un piccolo paese nel sud dell’Ungheria vicino al confine con Serbia e Romania. I suoi genitori sono Bela Francia e Katalin Karikó, la scienziata ungherese vincitrice nel 2023 del Premio Nobel per la Medicina. La mamma della giovane è la biochimica ungherese, specializzata in meccanismi mediati dall’RNA. 

Susan Francia è un’atleta ungherese e statunitense pluripremiata. Lo sport in cui compete Susan è il canottaggio. La sportiva è riuscita a guadagnarsi la prima medaglia d’oro nell’8 femminile alle Olimpiadi di Pechino 2008. Si aggiudica il primo posto anche ai giochi olimpici di Londra nel 2012, sempre nella competizione a squadre. La Francia ha vinto, tra oro, argento e bronzo, per ben 7 volte ai campionati mondiali canottaggio, a partire dal 2006.