Non solo la Turchia ma anche l’ Iran si muove contro Israele e l’attacco porterà certamente a delle conseguenze. Il Genocidio che Israele compie a Gaza inizia a smettere di perpetuarsi nell’impunità internazionale.

“quousque tandem abutere catilina patientia nostra” scrive Cicerone contro Catilina in una delle sue celebri Catilinarie, chiedendosi per quanto ancora egli avrebbe abusato della pazienza del Senato della Repubblica. Allo stesso modo ormai la comunità internazionale si chiede fino a che punto Israele pensa di poter abusare degli strumenti internazionali per compiere quell’infimo crimine di guerra che è il genocidio. La morte a Gaza sta ormai diventando un argomento che non può essere ignorato e i crimini di israele violano il diritto umanitario e il diritto cogente. Dopo vari tentativi di boicottaggio da parte di nazioni nord europee (e ora anche della Turchia) e dopo la denuncia da parte del Sudafrica, anche l’Iran si unisce a difesa di Gaza. Ma non lo fa con il boicottaggio o con l’iniziativa di parte in sede onusiana. L’Iran ha attaccato direttamente lo stato di Israele.

L’Iran ha attacco Israele perché sta perpetuando un genocidio a Gaza e perché ha attaccato la sua ambasciata:

Che Israele stia violando il diritto umanitario e il diritto cogente ormai è un dato di fatto. Appunto per questo era anche prevedibile che prima o poi sulla scacchiera internazionale le conseguenze sarebbero arrivate e Israele si sarebbe dovuto trovare di fronte a esse. Ma vediamo le cause, almeno quelle meno profonde.

L’attacco iraniano del 13 aprile è un’azione mai vista finora, ma ha delle motivazioni abbastanza evidenti. Vero è che mai Teheran aveva colpito direttamente all’interno dei confini israeliani. Ma un motivo c’è: l’attacco iraniano è una risposta all’offensiva che Israele ha attuato contro l’ambasciata iraniana a Damasco. L’offensiva è attribuita a Israele e ha ucciso diversi alti ufficiali dei Pasdaran.

Per spiegare in breve: a inizio mese, come detto, Israele ha colpito Damasco. Ha centrato un edificio del consolato iraniano e uccidendo diversi Pasdaran, tra cui il generale Mohammad Reza Zahedi e il suo vice. Il 13 aprile, la risposta iraniana è giunta. Era stata annunciata, va detto. Per la prima volta quindi l’Iran ha deciso di attaccare direttamente Israele. Israele subisce quindi un attacco all’interno dei suoi confini. L’Iran ha usato centinaia di droni e missili, ma la maggior parte (oltre il 90%) sono stati intercettati.

La comunità internazionale ad ora non sta facendo assolutamente nulla di rilevante e questo è gravissimo:

Amir-Saeid Iravani, ambasciatore dell’Iran in sede delle Nazioni Unite:

”Abbiamo chiesto di prendere misure e adottare provvedimenti per condannare anche tutto questo da parte della comunità internazionale abbiamo fatto appello al Consiglio di sicurezza, abbiamo chiesto di denunciare fortemente queste azioni assolutamente disumane, abbiamo chiesto di consegnare alla giustizia gli artefici di crimini e reati nei confronti delle sedi diplomatiche e questo dovrebbe valere nei confronti di tutte gli stati. Ma il tentativo è fallito: il Consiglio di sicurezza non ha agito nel mantenere la sicurezza e la pace, non ha fatto nulla. E questo è un atto deplorevole. In queste circostanze l’Iran non aveva nessuna alternativa all’esercizio della legittima difesa in conformità al diritto internazionale”.

Le parole di Amir-Saeid Iravani sono chiare, schiette, caustiche. L’Iran rivendica l’attacco e non solo: punta il dito verso la comunità internazionale. Il concetto è chiaro: se le Nazioni Unite e gli altri meccanismi internazionali continuano con questa impunità e silenzio, il conflitto si allargherà inevitabilmente. Se la comunità internazionale non prenderà provvedimenti (dimostrando quindi di essere ed esistere per una ragione precisa e uno scopo utile) questo conflitto si riverserà in mano agli stati. Chiaro è che ciò non è auspicabile. Una cosa però è certa: per Israele inizia a diventare sempre più difficile continuare questo orrendo genocidio. E menomale.

Infatti queste parole sono indicative. L’Iran non solo rivendica l’attacco, ma è pronto ad intensificare l’offensiva se Israele non cessa il genocidio a Gaza.

Le parole del ministro degli Esteri iraniano in un colloquio telefonico con il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov:

“L’attacco limitato dell’Iran contro Israele di sabato sera mirava ad avvertire, scoraggiare e punire il regime sionista. Ma se Israele intraprenderà una nuova azione contro l’Iran, dovrà sicuramente affrontare una risposta molto forte“.

Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine