Sono stati almeno 2.000 le persone arrestate nei campus universitari americani nel corso delle proteste pro-Gaza di questi ultimi giorni. Sull’ondata di proteste contro l’offensiva di Israele nella Striscia è intervenuto anche il presidente Joe Biden: «Il vandalismo, il rompere vetrate, chiudere i campus e costringere a cancellare le classi non è protesta pacifica, così come non lo è minacciare o intimidire le persone».
«Il dissenso – ha aggiunto Biden – è essenziale per la democrazia, ma non deve mai portare al disordine. L’America non è un Paese autoritario, ma neanche un Paese senza leggi. Per questo l’ordine deve prevalere».
Le manifestazioni pro-Palestina non coinvolgono solo gli atenei Usa. A Parigi la direzione di Sciences Po ha annunciato la chiusura della sua sede principale, a causa una nuova occupazione.
La Columbia University Apartheid Divest (CUAD), una coalizione di oltre 100 organizzazioni studentesche che ha organizzato le proteste, ha denunciato su X la brutalità usata dalla polizia: molti studenti sono stati presi a calci, immobilizzati a terra e gettati giù per le scale e sono finiti all’ospedale per le ferite riportate. Osservatori e giornalisti non hanno potuto entrare nella Hind’s Hall.
La sezione della Columbia dell’Associazione dei Professori Universitari ha dichiarato in un comunicato che la presenza della polizia nel quartiere e nel campus costituisce un pericolo per gli studenti e per chiunque altro e ha condannato l’operato della preside, ritenendola responsabile insieme al Consiglio d’amministrazione della disastrosa situazione che si è venuta a creare.
La repressione poliziesca non ferma però il dilagare della protesta e della solidarietà con Gaza e la Palestina e la richiesta di disinvestire da aziende che traggono profitto dalle violazioni dei diritti umani dei palestinesi da parte di Israele. Le università occupate non solo negli Stati Uniti, ma in molte altre parti del mondo, sono ormai più di cento; tra di esse la Jawaharlal Nehru University di Delhi, da sempre culla della cultura di sinistra, ScienzePo e la Sorbona di Parigi, l’Università di Tokyo, l’Università del Kuwait e l’Università della Giordania.
Su esempio della Columbia University e di altri atenei degli Stati Uniti, anche nella principale università messicana, l’Università nazionale autonoma del Messico (Unam), gli studenti hanno iniziato ad allestire un accampamento a favore della Palestina e contro l’offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza. Un’iniziativa che presto potrebbe estendersi anche ad altre importanti istituzioni accademiche del Paese latinoamericano. Durante un’assemblea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Unam, il presidente della Repubblica, Andrés Manuel López Obrador, è stato invitato a seguire l’esempio del suo omologo colombiano, Gustavo Petro, che ha rotto le relazioni diplomatiche con Israele.
Gli studenti hanno inoltre chiesto alla direzione dell’università di sospendere iniziative culturali, scambi scientifici, accademici e borse di studio con le università israeliane