Giancarlo Tulliani, fratello della ex compagna di Gianfranco Fini, è stato arrestato presso l’aeroporto della città di Dubai dove era da tempo latitante. Su Tulliani pendeva un mandato di arresto internazionale per dare applicazione alla richiesta di custodia cautelare avanzata dalla procura di Roma
Si era recato all’aeroporto di Dubai ad accompagnare la compagna che sarebbe dovuta tornare a Roma, poco dopo Giancarlo Tulliani si è ritrovato dietro le sbarre emiratine.
Tutto è accaduto molto velocemente. Una squadra di giornalisti inviata da Massimo Giletti era stata incaricata di intercettare Giancarlo Tulliani a Dubai, per intervistarlo per un servizio televisivo. Tulliani si trovava all’aeroporto della città emiratina quando, per caso, i giornalisti, tra cui Daniele Bonistalli, lo hanno intercettato cercando di avvicinarlo e parlarci.
Tulliani non ha gradito e si è rivolto alla polizia per sporgere denuncia. Bonistalli è stato nell’immediato fermato e poi rilasciato. La polizia, resasi conto di avere davanti Tulliani, sul quale pendeva un mandato di arresto internazionale, lo ha subito fermato.
I fatti sono stati confermati dall’avvocato di Tulliani, Titta Madia ricostruendo l’accaduto.
«Giancarlo Tulliani è stato arrestato all’aeroporto di Dubai dove ha accompagnato la sua compagna che si doveva imbarcare per Roma. All’interno dello scalo si è imbattuto in due giornalisti italiani ed ha sollecitato l’intervento della polizia lamentando di essere infastidito da questi ultimi. Gli agenti, nell’identificare tutti e tre, hanno scoperto che su Tulliani pendeva un ordine di cattura internazionale e hanno proceduto all’arresto».
Perché Giancarlo Tulliani è stato arrestato?
Sulle spalle di Giancarlo Tulliani, fratello della ex compagna di Gianfranco Fini, pendeva un’ordinanza di custodia cautelare voluta dalla Procura di Roma. Le autorità italiane, infatti, stanno indagando su un presunto giro di riciclaggio internazionale di denaro del quale avrebbe fatto parte anche Giancarlo Tulliani. Il suo coinvolgimento sarebbe stato messo in evidenza dall’acquisto della famosa casa di Montecarlo di proprietà di An, comprata a basso prezzo con denaro riciclato.
Giancarlo Tulliani sarebbe stato negli ultimi anni uno dei canali utilizzati dall’imprenditore Francesco Corallo (attivo nel mondo dei casinò e slot machine ai Caraibi e già in carcere per le contestazioni di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte) per riciclare il denaro proveniente dall’evasione fiscale di tali attività. La “Corallo&Co” avrebbe riciclato in diversi paesi il denaro derivante dall’evasione fiscale del gioco online e delle video-lottery. Parte del denaro riciclato veniva quindi riservato anche alla famiglia Tulliani.
L’acquisto della casa di Montecarlo di proprietà di An
Con quel denaro, Giancarlo Tulliani avrebbe acquistato un appartamento a Montecarlo donato al Partito di Gianfranco Fini, Alleanza Nazionale, da una contessa. L’appartamento sarebbe stato acquistato dalla società offshore Printemps, poi ricondotta alla titolarità di Tulliani, che infatti avrebbe abitato l’immobile.
L’appartamento è stato poi nuovamente venduto ma questa volta dalla Printemps alla società caraibica Timara, si pensa sempre di proprietà di Tulliani, ad un prezzo di 330.000 Euro, la medesima cifra che Francesco Corallo aveva bonificato a Tulliani. Un giro di vendite “fittizie” tra società, quindi, per far sparire le tracce del denaro (riciclato) proveniente dai proventi dell’illecita evasione fiscale di Francesco Corallo, di cui avrebbe beneficiato anche Giancarlo Tulliani.
Ora, per via del mandato di arresto internazionale, non resta che aspettare che l’autorità giudiziaria di Dubai consenta l’estradizione di Tulliani, che dovrebbe poi essere regolarmente processato in Italia. Tra l’Italia e Dubai è stata recentemente stretta una convenzione privilegiata per le procedure di estradizione, non ancora però ratificata dal nostro Parlamento. Bisognerà quindi procedere all’applicazione congiunta delle norme italiane ed emiratine per procedere all’estradizione, con un iter più lungo e che non è detto vada a buon fine.
#Metropolitan Magazine
Di Lorenzo Maria Lucarelli