Una persona è morta durante le proteste nell’arcipelago francesce. Dura la condanna delle autorità di Parigi contro i dimostranti. L’Azerbaijan intanto nega le accuse sollevate dalla Francia per il coinvolgimento nell’insurrezione delle popolazioni locali. Il numero di incidenti registrati nel territorio francese della Nuova Caledonia è leggermente diminuito venerdì, dopo che Parigi ha inviato rinforzi e imposto il coprifuoco. Nel frattempo, il ministro degli Interni francese ha accusato l’Azerbaigian di alimentare la violenza politica nel territorio.
Circa mille agenti sono stati dispiegati da Parigi per sedare i disordini iniziati martedì in Nuova Caledonia, in seguito alle nuove riforme delle liste elettorali presentate dal governo francese, che dalla metà del XIX secolo è rimasto nel territorio, che conta 270mila abitanti e la cui popolazione indigena da tempo chiede l’indipendenza.
Le autorità francesi in Nuova Caledonia e il Ministero degli Interni a Parigi hanno dichiarato che da lunedì sono state uccise sei persone, tra cui due poliziotti. L**’ultimo decesso è stato registrato nella notte tra venerdì e sabato** durante una sparatoria nei pressi di una barricata creata dai dimostranti.
Le tensioni sono state forti per decenni tra i Kanak, che chiedono l’indipendenza, e i discendenti dei coloni, che vogliono che l’isola rimanga parte della Francia. Le persone di origine europea in Nuova Caledonia, che per lungo tempo è stata colonia carceraria della Francia e ora ha una base militare francese strategica, si distinguono tra i discendenti dei coloni e quelli che hanno ascendenze sui prigionieri inviati con la forza nel territorio. Le Franc ha annunciato che i rinforzi si concentreranno sulla ripresa del controllo delle aree intorno alla capitale territoriale, Noumea, tra cui Kamere, Montravel e parti di La Vallée du Tir. “I rinforzi controlleranno le aree che ci sono sfuggite negli ultimi giorni”, ha assicurato.
Nuova Caledonia, perché la Francia accusa Azerbaijgian
Il ministro degli Interni francese ha accusato l’Azerbaijgian di ingerenza in seguito alle visite di diversi leader indipendentisti. Un’accusa fortemente negata dal governo di Baku.
In un’intervista a un canale televisivo francese, Darmanin ha affermato che “non è una fantasia, ma una realtà” che alcuni leader pro-indipendenza in Nuova Caledonia abbiano “fatto un accordo” con l’Azerbaigian. Il ministro ha anche insistito sul fatto che **il governo francese non permette ad altri di interferire nei suoi territori.**“Anche se ci sono tentativi di interferenza, la Francia è sovrana sul proprio territorio”, ha detto Darmanin.
I diplomatici azeri hanno respinto le accuse, rilasciando un comunicato che definisce la dichiarazione di Darmanin “infondata” e “una campagna diffamatoria”. “Neghiamo qualsiasi legame tra i leader della lotta di liberazione della Caledonia e l’Azerbaigian”, hanno insistito.
Le relazioni tra Francia e Azerbaigian sono difficili da tempo. La Francia ospita una grande diaspora armena e ha assunto una posizione dura contro l’Azerbaigian quando ha cercato di riprendere il controllo della regione contesa del Nagorno-Karabakh nel 2023, causando la fuga di migliaia di armeni.
La posizione della Francia su quel conflitto è stata citata nella dichiarazione che il ministero degli Esteri azero ha rilasciato dopo le osservazioni di Darmanin.
“Ancora una volta, condanniamo fermamente le espressioni ingiuriose della parte francese contro l’Azerbaigian e li invitiamo a fermare la campagna diffamatoria contro l’Azerbaigian con accuse inaccettabili come il massacro degli armeni”, si legge nella dichiarazione.
“Sarebbe più opportuno che il ministro degli Interni francese ricordasse la storia del suo Paese, che ha commesso crimini contro l’umanità contro le popolazioni locali e ha brutalmente assassinato milioni di persone innocenti come parte della sua politica coloniale applicata per molti anni”, si legge nella nota che poi prosegue: “Inoltre, invece di accusare l’Azerbaigian di presunto sostegno alle proteste pro-indipendenza in Nuova Caledonia, il ministro degli Interni francese dovrebbe concentrarsi sulla politica fallimentare del suo Paese nei confronti dei territori d’oltremare che ha portato a queste proteste. Chiediamo ancora una volta alla Francia di smettere di fare accuse infondate contro il nostro Paese”.