Nello spazio di Letteralmente Donna di oggi, una donna che ha segnato con il suo grande contributo il passaggio dalla danza classica a quella moderna. Il suo nome è Isadora Duncan e questa è la sua storia

Isadora Duncan e l’approccio alla danza

Lo spazio di LetteralMente Donna è dedicato a Isadora Duncan, fonte giornaledelladanza.com
Isadora Duncan, fonte giornaledelladanza.com

Mi resi conto che i soli maestri di danza che potessi avere erano il J. J. Rosseau dell’Emile, Walt Whitman e Nietzsche”. Sono parole che Isadora Duncan ha affidato alla sua autobiografia dal titolo “La mia vita” e che ci fanno comprendere a pieno l’originalità e l’anticonvenzionalità di questa donna pioniera e fondatrice della danza moderna. Un risultato dovuto anche grazie alla sua educazione basata sui valori della libertà e dell’indipendenza che le permise di coltivare la danza sin da piccola arrivando poi esibirsi da giovane, alle fine dell’800′, negli Stati Uniti, dove era nata, ma senza ancora raggiungere il successo che arrivò in Europa.

Qui, a Londra, si guadagnò i primi successi che proseguirono anche nel resto del continente dove potè lavorare ad un ideale di danza che era notevolmente sperimentale rispetto ai canoni accademici dell’epoca . La Duncan infatti aborriva lo stile classico di quegli anni andando in scena con i capelli sciolti, con pepli invece dei tradizionali costumi dell’epoca e senza le classiche scarpe a punta optando per movimenti più fluidi che fossero ispirati alla natura e all’arte greca antica di cui era una grande ammiratrice.

Diceva infatti Isadora Duncan sulla danza, come riportato da Progetto Cardini, che “il corpo del ballerino è semplicemente una manifestazione luminosa dell’anima. La vera danza è espressione di serenità, gestita dal ritmo profondo dell’emozione interiore. L’emozione non raggiunge subito il culmine dall’azione intensa; prima si riproduce, dorme come la vita dentro un seme e si sviluppa con una delicata lentezza. I Greci capirono la bellezza duratura di un gesto in movimento e in espansione che termina con la promessa della rinascita.”

L’onda e il ballerino

Lo stile moderno di Isadora Duncan era basato sull‘immagine dell’onda ossia su movimenti che richiamavano quelli del suono e della luce per realizzare quella fluidità che richiamava la ciclicità e la rigenerazione continua della natura. D’altronde per la Duncan esistevano tre tipi di ballerini. “In primo luogo”, scriveva la famosa ballerina, “quelli che considerano la danza come una sorta di esercizio ginnico composto da arabeschi impersonali e aggraziati; secondo, coloro che, concentrando la mente, conducono il corpo al ritmo dell’emozione desiderata, esprimendo una sensazione o un’esperienza memorabile. Infine, ci sono quelli che trasformano il corpo in una brillante fluidità, cedendolo all’ispirazione dell’anima.”. Questo ultimo tipo è quello che richiama lo stile e lo scopo di questa donna straordinaria che ideò la danza moderna.

Una vita difficile ed una fine tragica

Dietro i successi ottenuti dalla Duncan si nascondeva una vita privata difficile e controversa. La Duncan infatti si sposò per tre volte avendo due figli dai primi due matrimoni. I piccoli Deirdre e Patrick morirono però a 7 e 3 anni nel 1913 insieme alla loro governante in un tragico incidente causato dall’autista della loro auto che aveva acceso il motore con la manovella senza mettere il freno mano facendo finire il veicolo nella Senna dove i bambini e la donna annegarono. La vicenda distrusse psicofisicamente la Ducan che cominciò a bere. La situazione non migliorò a causa della seguente burrascosa relazione con il poeta russo Sergej Esenin che morì sucida nel 1925, due anni dopo la fine del loro rapporto sentimentale che fu il terzo matrimonio per la Duncan.

La vita difficile della Duncan si concluse in modo tragico. La celebre ballerina morì a soli 50 anni nel 1927 in un tragico incidente causato da una sciarpa che indossava e che rimase impigliata, spezzandole il collo, nella ruota di una Amilcar CGS su cui era salita con il pilota Benoît Falchetto. Le sue ultime parole furono probabilmente “Vado verso l’amore”.

Stefano Delle Cave

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