Canada, Olanda e Germania invitano a lasciare il Libano per via dell’escalation con Israele rispetto al genocidio a Gaza: ecco perché.

Il Libano, paese al confine con Israele, sta scontando le conseguenze geopolitiche della guerra. Il conflitto tra Tel Aviv e Hezbollah, sostenuto dall’Iran, rende la zona decisamente instabile. Le prime dichiarazioni in merito vengono da Canada, Olanda e Germania:

“Il mio messaggio ai candesi è stato chiaro fin dall’inizio della crisi in Medio Oriente: non è il momento di recarsi in Libano. E per i canadesi attualmente in Libano, è ora di partire, finché i voli commerciali restano disponibili”

ministra degli Esteri canadese, Melanie Joly

Dopo di lei, il ministero degli Esteri olandese ha diffuso un allarme su X, ex Twitter, lanciando un “appello urgente a non recarsi in Libano”:

Sei già lì? Lascia il Paese finché ci sono voli commerciali

Stef Blok, ministro degli Esteri olandese

Stesso discorso per il ministero degli Esteri tedesco che, sempre sul social, ha invitati i tedeschi in Libano a “lasciare urgentemente il Paese” visto che “la situazione al confine tra Israele e Libano è molto tesa.

Genocidio a Gaza, escalation con Israele: “situazione potenzialmente apocalittica”

Sullo sfondo delle decisioni dei tre paesi c’è il rischio escalation sempre più presente in Libano che preoccupa anche Egitto e Turchia:

I due governi sostengono “la necessità di raggiungere un cessate il fuoco immediato e permanente” e hanno avvertito del “pericolo di un peggioramento del conflitto e dell’instabilità nella regione nel contesto dell’escalation israelo-libanese, che potrebbe portare a conseguenze molto gravi che rischiano di sfuggire a qualsiasi controllo”

C’è stato un colloquio tra il ministro degli Esteri egiziano (Sameh Shoukry) e quello turco (Hakan Fidan) al telefono. Tra i temi affrontati c’è anzitutto la crisi nella Striscia di Gaza, poi la questione dell’accesso degli aiuti umanitari. Su qest’ultimo punto si valutano anche le

“restrizioni imposte dalla parte israeliana all’ingresso degli aiuti nella Striscia di Gaza e alla sua riluttanza a fornire protezione e condizioni adeguate per la loro distribuzione”.

Non solo: si aggiunge anche l’Onu. L’organizzazione ha espresso un profondo e deciso allarme per la prospettiva futura del conflitto. Se il genocidio di Israele a Gaza e la resistenza terroristica di Hamas si estendono al Libano le conseguenze potrebbero essere disastrose. Parlano di escalation ad un “punto critico” e “potenzialmente apocalittica“, secondo quanto riferito dai giornalisti a Ginevra.

Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine