C’è un indagato per la morte di Clelia Ditano, la 26enne che ha perso la vita nella notte tra domenica e lunedì scorsi dopo una caduta di oltre 10 metri dal vano ascensore della palazzina dove abitava con i genitori in via Piave, a Fasano (Brindisi). Secondo la stampa locale è stato notificato un avviso di garanzia all’amministratore della palazzina di proprietà di Arca Nord Salento, difeso dall’avvocato Pasquale Di Natale. Si tratta di un atto dovuto in vista degli accertamenti tecnici che devono essere eseguiti dopo l’incidente sullo stabile teatro della tragedia. I controlli riguarderanno innanzitutto l’ascensore per verificare le cause del malfunzionamento e la regolarità delle autorizzazioni e poi il telefonino della ragazza. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo

Dopo essere rincasata nella tarda serata di domenica, Clelia Ditano sarebbe entrata in casa, al quarto piano, per lasciare la borsa a casa e altri effetti personali. La cabina, nel frattempo era scesa al primo piano, eppure la porta dell’ascensore si sarebbe aperta lo stesso o, altra ipotesi, non si sarebbe mai chiusa completamente. A dare l’allarme sono stati i genitori che intorno alle 6 di mattina hanno tentato di chiamare la figlia, che non era in casa, e hanno sentito lo squillo del cellulare provenire dal vano ascensore.