È stato ritrovato il copro di Francesca Deidda, scomparsa a maggio da San Sperate (Sud Sardegna). I resti sono stati ritrovati vicino ala vecchia statale 125, dove nei giorni scorsi erano stati ritrovati oggetti appartenenti alla donna. Il marito Igor Sollai si trova in carcere con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere
Il giallo comincia il 10 maggio, quando Francesca Deidda, 42enne di San Sperate impiegata in un call center, sparisce nel nulla di punto in bianco. Una situazione che inizialmente ha lasciato dei dubbi sul fatto che la donna si fosse allontanata volontariamente per via del matrimonio ormai a rotoli e l’esigenza di una pausa di riflessione
Le indagini sulla scomparsa della donna sono partite soltanto la notte del 30 maggio, cioè quando il fratello di Francesca, Andrea Deidda, ha presentato una formale denuncia di scomparsa della sorella ai carabinieri di San Sperate. Il famigliare aveva in mano numerosi elementi, esposti in caserma, che lo portavano a credere che la sorella non si fosse allontanata spontaneamente, ma che dietro la sua scomparsa ci fosse la mano del marito Igor Sollai. Qualcosa di molto di più di una semplice sensazione che ha subito fatto breccia anche nelle convinzioni degli investigatori.
Nel frattempo Sollai – è la convinzione degli inquirenti – ha utilizzato lo smartphone della moglie per far credere che lei fosse andata via: un colossale depistaggio. Sollai, infatti, si sarebbe tradito più volte con risposte che non erano solite della consorte. A incastrarlo è stata “Giulia”, un nome inventato da una collega di Francesca Deidda nel call center di assistenza ai clienti della Agos, che ha teso una trappola via sms al numero di telefono di Francesca, al quale però pare rispondesse Sollai. Il 31 maggio, quando ormai nessuno credeva più che Francesca avesse fatto perdere volontariamente ogni sua traccia, la collega, rifacendosi alle dimissioni presentate da Igor Sollai con una mail a nome della moglie, aveva inviato al cellulare della compagna di lavoro, lasciando credere che si stesse rivolgendo proprio a lei, un messaggio con cui riferiva che anche la collega “Giulia” aveva dato le dimissioni. In realtà, come Francesca Deidda ben sapeva, non esisteva alcuna Giulia. Però dal suo cellulare, in mano al marito, che presumibilmente, come ritengono gli investigatori, l’aveva già uccisa, era partita una risposta incongruente: “Ma veramente?”. A quel punto le colleghe hanno capito che la risposta non poteva essere di Francesca e una di loro è corsa dal fratello Andrea per raccontare del trabocchetto. E assieme sono andati dai carabinieri.
Dopo la denuncia ricevuta della scomparsa, sono partite le indagini dei carabinieri della Compagnia di Iglesias, con tutte le ipotesi prese in considerazione, comprese l’allontanamento volontario e anche un suicidio. Intanto però gli investigatori hanno indagato a fondo sul marito, arrivando a raccogliere elementi indiziari pesantissimi che portato all’arresto dell’uomo
Il marito di Francesca Deidda, Igor Sollai, camionista 43enne, si trova in carcere a Uta, con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Questa mattina è stato interrogato nuovamente, per quattro ore, dal pm Marco Cocco, ha ribadito la sua innocenza sostenendo la versione secondo cui la moglie si sarebbe allontanata volontariamente. «Il nostro assistito ha risposto alle contestazioni, ricostruendo la vicenda», hanno spiegato i legali di Sollai, Carlo Demurtas e Laura Pirarba, «fornendo le informazioni su ciò che non torna, guardando anche mappe e fotografie. Il nostro assistito è provato, ma è lucido e ha risposto a tutte le domande». L’interrogatorio dovrebbe riprendere la prossima settimana.
Sul luogo del ritrovamento sono arrivati i carabinieri del Ris di Cagliari che stanno eseguendo i primi rilievi. Le ricerche erano riprese in mattinata con l’unità cinofila molecolare, arrivata da Bologna e specializzata nella ricerca di sangue e cadaveri, e con i carabinieri della Compagnia di Iglesias. I resti verranno ora analizzati per la conferma ufficiale.