La procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio per un medico e un infermiere di una clinica privata per la morte di Carla, una donna di 71 anni. Era il 9 marzo 2023 quando Carla Raparelli, 71 anni, venne sottoposta a una trasfusione di sangue alla clinica Maria Pia Hospital di Torino. Poco dopo, la donna morì. Ora gli accertamenti della Procura rivelano che quella sacca di sangue era destinata a un altro paziente, a un uomo con un gruppo sanguigno non compatibile con quello della vittima. Secondo la ricostruzione dei pm quella sera sarebbero state ignorate le linee guida ministeriali sulla “prevenzione della reazione trasfusionale” e le raccomandazioni previste dai protocolli interni, diffusi nel dicembre del 2022, sulla “gestione sangue e derivati”.

La vicenda, riportata da SkyTg24, risale al 2023 e ha avuto luogo in una rinomata clinica privata di Torino, situata nella zona collinare fuori città in cui Carla, una donna di 71 anni, morì a causa di una trasfusione di sangue sbagliata. La sacca utilizzata era destinata a un altro paziente, rendendo il trattamento non solo inutile, ma letale. Il pm Giorgio Nicola ha chiuso l’indagine e chiesto il rinvio a giudizio per un medico e un infermiere: dovranno rispondere di omicidio colposo e falso ideologico.

Donna morta a Torino: l’anestesista fondamentale

A far emergere l’errore è stata un’anestesista del reparto di Cardiochirurgia, che si è accorta della trasfusione sbagliata e ha avvisato la direzione nonostante le pressioni dei colleghi a «cancellare» dalla cartella clinica l’errore. In Procura la donna ha confermato il proprio racconto, sottolineando che un medico avrebbe cercato di convincerla a mettere tutto a tacere facendo leva sul fatto che aveva dei figli e che quella vicenda lo avrebbe “rovinato”. Il risultato di queste negligenze è che alla 71enne è stata fatta una trasfusione di cui neanche aveva bisogno: la sacca era destinata a un altro paziente, a un uomo ricoverato in un’altra stanza della clinica.

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