Nello spazio di LetteralMente Donna una compositrice eccezionale che saputo farsi spazio in un mondo come quello dell’opera in cu, nel 800, quel mestiere era prerogativa esclusivamente maschile. Il suo nome è Carolina Uccelli e questa è la sua storia.
Carolina Uccelli, la riscoperta di una compositrice dimenticata
Ci sono pochissime fonti storiche sulla vita di Carolina Uccelli come, ad esempio, una breve menzione sulla “Biographie universelle des musiciens” del musicologo François-Joseph Fétis, una famosa enciclopedia dedicata alla vita di musicisti e musiciste e arricchita da diversi aneddoti. Una altra fonte è senza dubbio un piccolo trafiletto pubblicato sul numero del marzo del 1858 del periodico “L’Italia musicale” in cui venne menzionata la morte della Uccelli. Eppure il contributo questa dimenticata compositrice fiorentina seppe dare all’opera dell’Italia preunitaria fu importantissimo ma è stato solo recentemente riscoperto grazie all’americano Will Crutchfield. Infatti il direttore artistico della compagnia operistica statunitense Teatro Nuovo ha trovato online la partitura di un melodramma di Carolina Uccelli intitolato “Anna di Resburgo” , decidendo, dopo un lavoro di minuziosa ricostruzione durato cinque anni, di di metterlo in scena
Innanzitutto è già sorprendete il fatto che una donna in epoca preunitaria abbia scritto la partitura di un melodramma e curatone anche il libretto. la Uccelli scrisse quest’opera e la mise in scena al Teatro del Fondo di Napoli nel 1835 a 25 anni. Negli anni 30′ dell’800′ il grande pubblico dell’opera, che da un genere prettamente aristocratico si avviava nell’Italia preunitaria a diventare estremamente popolare, era infatti riservato prettamente ai compositori maschi mentre la musica delle donne era eseguita solo in concerti privati da salotto con pochissimi uditori. La Uccelli invece riuscì a coinvolgere nell’ “Anna di Resburgo” diversi grandi contemporanei come, ad esempio, il librettista Gaetano Rossi realizzando un’opera, come spiega lo stesso Crutchfield in un articolo sul New York Times, in cui dimostra una grandissima abilità nell’alternare parti drammatiche a quelle comiche, nel costruire la trama e nel recitativo.
Gli apprezzamenti dei contemporanei e lo screditamento sistematico della critica
Nonostante la giovane età ed il suo essere donna Carolina Uccelli aveva suscitato l’ammirazione di di diversi contemporanei come Il grande compositore Gioacchino Rossini. Il famoso compositore pesarese scrisse in una lettera al marito della Uccelli, a proposito di una opera della compositrice intitolata “Saul” come riportato da Operalibera.net, che: “La musica del Saul, sebbene non la riguardi come un capo d’opera, la ritengo però atta ad avere un felice successo; la musica suddetta è ricca di idee, la parte strumentale trattata con franchezza e conoscenza degli strumenti, e la parte declamata e melodica del canto tutta con sentimento ed eleganza”. Ad apprezzare la Uccelli fu anche Simon Mayr per cui la musica della compositrice fiorentina era particolarmente spontanea e vivace.
Sebbene avesse ricevuto diversi appezzamenti la carriera operistica della Uccelli non durò in molto perchè venne sistematicamente screditata dalla critica. Se nel caso del “Saul” si arrivò a dirittura a malignare che la Uccelli fosse riuscita a mettere in scena la sua opera al Teatro della Pergola di Firenze grazie solamente ad amicizie importanti come quella con Rossini o che addirittura vi fosse una relazione extraconiugale con il compositore pesarese, le cose non andarono diversamente con “Anna di Resburgo”.
Dopo la prima al Teatro del Fondo di Napoli oggi noto come Mercadante, alla Uccelli venne rimproverato di aver usato la stessa ambientazione, la Scozia, della più famosa “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti, e di averne ripreso alcuni elementi scenografici. A questo si aggiunse la morte del marito che la sosteneva economicamente e che la spinse ad emigrare in Francia con la figlia che era un soprano con cui effettuò diverse tourneè all’estero.
Il ritorno di Anna di Resburgo
Recentemente Will Crutchfield ha riproposto all‘Alexander Kasser Theater di Montclair e al Rose Theater di New York la dimenticata “Anna di Resburgo” la cui protagonista, altro fatto straordinario per l’epoca in cui è stata scritta, è una madre che rischia la vita per proteggere il proprio figlio senza, spiega lo stesso Crutchfield, “incentrare la narrazione sul desiderio maschile e sulla rivalità sessuale” come si usava nelle opere dell’epoca.
Stefano Delle Cave
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