“Per la prima volta in Italia sono state realizzate grandi mostre su autori e personaggi storici che la sinistra aveva ignorato per ragioni ideologiche”: così recita il comunicato con il quale l’ormai ex Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano annuncia le sue dimissioni. Le grandi mostre di cui parla sono due: “Il Tempo del Futurismo”, che dovrebbe inaugurare alla Gnam di Roma il prossimo ottobre, e la mostra “Tolkien. Uomo, professore, autore”, inaugurata il 16 novembre 2023 a Roma, e successivamente il 16 marzo a Palazzo Reale a Napoli. Due mostre che apparentemente, tra loro, non hanno una correlazione. Ma per Sangiuliano ce l’hanno eccome. Infatti, ciò su cui ha parecchio insistito l’ex ministro, è la volontà di riportare in auge, come se fossero trend di Tik Tok, personaggi controversi nel loro lato politico. Ma che significa?

Le mostre di Sangiuliano: l’appropriazione della destra di Tolkien

Grandi illustri studiosi, scrittori, linguisti, e appassionati, hanno fatto di JJR Tolkien un vero e proprio mito, un lavoro. E, dal punto di vista storiografico e letterario, è perfettamente corretto che un fenomeno mondiale come lo scrittore inglese abbia avuto e ha ancora oggi il suo spazio nel mondo della cultura (italiana, in questo caso). Ciò che stona con le nobili intenzioni artistiche è la velata -ma neanche tanto- ideologia che Sangiuliano & co. hanno ritenuto opportuno allestire. Lo scrittore inglese, morto nel 1973, non è mai stato di sinistra. E nel periodo di fuoco delle rivoluzioni sessantottine è stato, per i neofascisti, un’idea di mondo alternativo diversa. Nasce così una vera e propria appropriazione di Tolkien, perfettamente in linea con i temi principali dei giovani neofascisti. Un mondo senza partiti, con una comunità gerarchica e solidale, dove non esisteva il comunismo.

La mostra è ideata e promossa dal Ministero della Cultura. Ha visto, però, la collaborazione dell’Università di Oxford, è realizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con la curatela di Oronzo Cilli e la co-curatela e l’organizzazione di Alessandro Nicosia. Nobili intenti di divulgazione culturale dunque sono stati rapidamente surclassati dall’intenzione politica. Ed è stato palese questo intento, già nel comunicato pubblicato dal ministero della Cultura. Lo straordinario successo è “sottolineato dalla grande partecipazione di pubblico, molti visitatori in più di quanti vanno alla Galleria Nazionale di Arte Moderna”. Tuttavia, dall’Ufficio stampa del museo spiegano che è impossibile quantificare esattamente il valore aggiunto della mostra, poiché il biglietto di ingresso comprende tutte le collezioni.

La mostra sul futurismo: un’accozzaglia di conoscenze che celebrano il fascismo

Ma il fascismo è così brutto e cattivo, o ha fatto anche cose buone? Il Ministero della Cultura, evidentemente non soddisfatto dell’utilizzo del mezzo dell’arte come propaganda politica, ha colto la palla al balzo per sfruttare il 150 anni della nascita del Futurismo, avanguardia italiana simbolo di sviluppo e modernità nell’arte contemporanea. Che, come tutte le avanguardie novecentesche, è figlia del suo tempo. Non è mistero infatti che Filippo Tommaso Marinetti, esponente del Futurismo e, stando ai rumors, l’unico artista celebrato in questa esposizione, sia stato a fianco di Mussolini.

E se pure Marinetti, che ha chiamato le figlie Vittoria, Ala e Luce, dopo il congresso fascista del 1920 esce dai Fasci e si dedica solo alla sua attività artistica, forse tutta questa volontà di fare il militante politico non era così funzionale al mondo della cultura e dell’arte. E anche qui, Sangiuliano ci tiene a sottolineare quanto “la sinistra” abbia voluto nascondere un personaggio cosi “scomodo”. Ma le contraddizioni come ben sappiamo sono la sua arte: le richieste di prestito per la mostra, arrivate a diversi collezionisti sia dal Ministero che dalla Gnam, si sono ben presto ridotte. Stando al racconto di un addetto ai lavori, sl più importante collezionista italiano di arte futurista era stato richiesto il rilevante prestito di 50 opere. E si è invece ritrovato d’improvviso con una richiesta ridotta a sole due opere. Motivazione? Un improvviso “taglio di budget” (fonte: Torino Cronaca).

Perché scomodare l’arte per le mostre di Sangiuliano?

Ma d’altronde, cosa ci si può aspettare da un ministro che, ospite d’onore del più importante riconoscimento letterario, afferma di non aver letto manco un libro in gara? Il Futurismo ha avuto un impatto violento e fondamentale per le basi di quella che è oggi l’arte contemporanea, dalla forma, agli spazi, passando per le tecniche artistiche. Un movimento provocatorio, che ha influenzato campi come architettura, letteratura, teatro, dalla musica alla fotografia, al cinema, passando per la moda. Un movimento che si, poteva avere una sua base ideologica, ma ha voluto seguire la vocazione artistica.

Ma non è giusto, per restare in tema, giudicare un libro dalla copertina. La mostra, che non è ancora stata inaugurata, sembra a primo impatto mancante di forte apparato scientifico che, come diceva Vincenzo Trione, è la base di ogni attività culturale. Certo è anche che, già a partire dai primi anni 2000, complice la ripresa dell’arte pop e la rivalutazione delle avanguardie, moltissimi falsi futuristi sono venuti fuori. Questo ha chiaramente reso complesso il riconoscimento e ha permesso a tantissimi falsi di circolare. Che fosse questo l’intento del Ministero, quando ha deciso di ridurre della metà le opere esposte? La prova del nove sarà questa mostra, che ha scomodato e coinvolto tanti personaggi a partire da Sgarbi, passando per Osho nel comitato scientifico. Sarà l’occasione per dimostrare a storici, critici, studiosi validi e competenti, finora esclusi dal panorama culturale nazionale, di dimostrare che la rappresentazione della grande cultura della destra non è fallita?

Marianna Soru

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