È morto Salvatore Schillaci, per tutti Totò. Giocò, tra le altre, per Juve, Inter e Nazionale. In azzurro coi suoi gol aveva infiammato l’Italia per un’estate, quella del mitico Mondiale del 1990: era malato di tumore al colon ed era già stato operato due volte. Aveva vinto tante battaglie, sul campo e fuori, nella sua seconda vita. Questa volta non c’è riuscito. Era nato a Palermo il 1° dicembre 1964 e si era sposato due volte, con Rita e Barbara: lascia tre figli, Jessica, Mattia e Nicole.
È morto Totò Schillaci, la brutta malattia
Già due anni fa Schillaci aveva raccontato di essersi sottoposto a cure e operazioni per un tumore al colon, la stessa malattia che lo ha colpito nuovamente in questi mesi. Domenica la famiglia aveva confermato che fosse ricoverato, dicendo però che era in condizioni stabili.
“Queste malattie non guardano in faccia nessuno”, aveva detto alla morte di Gianluca Vialli. Non si sapeva ancora pubblicamente, ma ci era già passato anche lui, come avrebbe raccontato successivamente, dicendo di aver avuto paura ma anche di aver dribblato anche questo terribile avversario. Sembrava aver segnato il gol più importante della sua esistenza. E invece no, la partita non era finita. Il nemico è tornato ancora più aggressivo e cattivo. Più beffardo di Caniggia in quella sera di luglio che ha rovinato “il cielo di un’estate italiana”. Magari adesso Totò ne parlerà con lo stesso Luca e con Diego (Maradona). Chissà se anche con Paolo (Rossi). Tutti e quattro usciti di scena dalla vita a un’età relativamente giovane, nel giro di un quadriennio, giusto il periodo tra un Mondiale e l’altro.