Nello spazio di Metropolitan Today di oggi, ricordiamo il 29 settembre 2001, quando sul Corriere della Sera usciva un famoso articolo di Oriana Fallaci intitolato “La rabbia e l’orgoglio” divenuto poi un libro di successo.
Oriana Fallaci, la parola dopo dieci anni di silenzio
“Mi chiedi di parlare, stavolta. Mi chiedi di rompere almeno stavolta il silenzio che ho scelto, che da anni mi impongo per non mischiarmi alle cicale. E lo faccio. Perché ho saputo che anche in Italia alcuni gioiscono come l’ altra sera alla Tv gioivano i palestinesi di Gaza. «Vittoria! Vittoria!». Uomini, donne, bambini. Ammesso che chi fa una cosa simile possa essere definito uomo, donna, bambino. Ho saputo che alcune cicale di lusso, politici o cosiddetti politici, intellettuali o cosiddetti intellettuali, nonché altri individui che non meritano la qualifica di cittadini, si comportano sostanzialmente nello stesso modo. Dicono: «Bene. Agli americani gli sta bene». E sono molto molto, molto arrabbiata.” Sono le prime righe di “La rabbia e l’orgoglio” di Oriana Fallaci pubblicate il 29 settembre 2001 sul Corriere della Sera.
Al centro di questo scritto la tragedia dell’11 settembre 2001. Un fatto sconvolgente che non lascia immune questa grande scrittrice italiana tanto da farle rompere, scrive l’allora direttore del Corriere della Sera Ferruccio Bortoli nell’introduzione a quello che è diventato in seguito un grande libro della stessa Fallaci, “un silenzio di un decennio”. Dieci infatti erano gli anni in cui Oriana Fallaci, che all’epoca lavorava ad un importante romanzo, era rimasta in silenzio prima di far sentire la sua voce attraverso parole taglienti e dure che raccontano con acume la decadenza di quel drammatico periodo storico. La sua è una riflessione appassionata sull’America, sul mondo islamico e sull’Italia che tracciando i nomi di colpevoli e vittime colpisce direttamente il cuore con la sua invettiva e la sue tesi dove non manca di sottolineare la delusione verso il comportamento del suo stesso paese.
Altre ricorrenze importanti
Il 29 settembre del 480 a.C. a Salamina i greci riportarono una storica vittoria contro la flotta persiana. Il 29 settembre 1066 è l’inizio dell’invasione dell’Inghilterra da parte di Guglielmo il conquistatore. 161 anni dopo, il 29 settembre 1227, Papa Gregorio IX scomunicò l’imperatore Federico II. Ai Campi Flegrei, il 29 settembre 1538, si verificò una violenta eruzione vulcanica che portò alla nascita del monte Nuovo.
Il 29 settembre 1567 si verificò a Nîmes il massacro della Michealde perpetrato dai protestanti ai danni dei cattolici. Il primo esercito regolare statunitense venne istituito dal dipartimento della guerra degli Usa il 29 settembre 1789. Le nuove forze di polizia di Londra furono operative il 29 settembre 1829 diventando note come Scotland Yard.. Il 29 settembre 1902 David Belasco fondò il primo teatro di Broadway. Il 29 settembre 1943 il maresciallo Badoglio firmava con gli alleati l’armistizio di Malta.
Un anno più tardi, il 29 settembre 1944, i nazifascisti perpetravano la drammatica strage di Marzabotto. Parliamo ora di due date importanti nel mondo della musica. La prima è il 29 settembre 1961 quando una recensione critica su uno sconosciuto Bob Dylan faceva incontrare il grande cantautore con il produttore John Hammond . La seconda è il 29 settembre 1969 ed è il giorno della prima esecuzione della Sinfonia n.14 di Dmitrij Šostakovič. Grazie alle rivelazioni di Tommaso Buscetta, il 29 settembre 1984, nell’ambito del Maxiprocesso finirono in carcere 366 mafiosi. 11 anni più tardi, il 29 settembre 1995, usciva “Apollo 13” di Ron Howard. In fine “29 settembre” è il titolo di una famosa canzone scritta da Lucio Battisti e Mogol.
Nati oggi
Ricordiamo il grande scrittore Miguel de Cervantes, il genio Caravaggio, il grande regista Michelangelo Antonioni, la grande attrice Anita Ekberg e il grande musicista rock Jerry Lee Lewis. Facciamo gli auguri a Loretta Goggi, Gaia e Raf.
Morti oggi
Il 29 settembre 1494 veniva avvelenato Angelo Poliziano. Il 29 settembre 1902 moriva a causa del monossido di carbonio dovuto ad un caminetto malfunzionante Émile Zola.
Stefano Delle Cave
Seguici su Google news