Autunno vuol dire anfibi: continua la brat era dei nostri look con le scarpe più versatili del west. C’è chi sfida le altissime temperature e li indossa anche in estate, ma con le piogge e l’arrivo dell’inverno è finalmente arrivato quel momento di farli uscire dall’armadio. Danno sempre quel tocco un po’ grunge ma anche coquette, poiché versatili e declinabili a ogni occasione. Questo perché si tratta di una via di mezzo tra uno stivale e una sneaker. Ma se di vera pelle, o particolarmente rigidi, possono essere dolorosi i primi giorni.

Come rimediare al dolore da anfibi? Tre trucchetti infallibili

Una delle prime cose da fare è essere onesti con se stessi: se fino a ieri indossavamo solo sandali aperti, e abbiamo i talloni idratati dalle pedicure e esfoliati dalla sabbia, è inutile cercare di infilarsi un paio di scarpe rigide e chiuse. Primo, perché gli anfibi di vera pelle (come i Doc), devono riprendere la forma del piede (a tal proposito: può essere utile conservarli con dei fogli di giornale al loro interno). Secondo, perché ci dobbiamo letteralmente fare il callo: la pelle tende a ispessirsi nei punti dove si indossano le scarpe. Passare per una via di mezzo come sneakers o mocassini può aiutare a non farci venire le vesciche dopo due ore.

Il secondo trucchetto è prevenire: esistono tantissimi salvatalloni o salvapunte in silicone che possono proteggere i nostri piedi dalle vesciche (su Amazon, per esempio). Anche utilizzare calzini tecnici, di quelli che usano gli atleti per intenderci, aiuta. Anche i cerotti curativi sono un vero toccasana per vesciche aperte, poiché accelerano la guarigione e proteggono il piede. Infine, sempre in termini di prevenzione, è bene non insistere: se già sappiamo di non tollerare la rigidità di un modello in pelle pura e vera, meglio optare per opzioni vegan, o di pelle martellata. Sconsigliata, tendenzialmente, la plastica: fa sudare e non agevola il passo.

Marianna Soru

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