Una dichiarazione rilasciata dalla procura di Buenos Aires e riportata dal Sun rivela l’incriminazione di tre persone in relazione alla morte di Liam Payne, scomparso lo scorso 16 ottobre. Si tratterebbe di un dipendente dell’hotel in cui l’ex membro degli One Direction alloggiava, un sospetto spacciatore e una persona vicina al cantante. Tutti sono accusati di «abbandono di una persona seguito da morte, fornitura e facilitazione di narcotici». La nota del procuratore rivela che «Sulla base delle prove raccolte e dopo aver analizzato i vari organi dei procedimenti, i numerosi allegati documentali e lo sfondo del caso, il procuratore Andres Esteban Madrea ha formalmente accusato tre persone, chiedendo il loro interrogatorio e l’arresto in una sentenza di 180 pagine presentata venerdì scorso al giudice Bruniard.».
Il rapporto sostiene che «Liam Payne non era completamente cosciente o stava vivendo uno stato di notevole diminuzione o perdita di coscienza al momento della caduta».«Per l’accusa», si legge, «questa situazione escluderebbe anche la possibilità di un atto consapevole o volontario da parte della vittima poiché, nello stato in cui si trovava, non sapeva cosa stava facendo né poteva capirlo».
Liam Payne: chi sono le tre persone incriminate
I tre uomini avrebbero fornito a Payne narcotici prima della sua caduta fatale. Il primo, secondo la procura, «ha accompagnato l’artista quotidianamente» nei suoi ultimi giorni. La Nación riferisce che l’accusato si sarebbe presentato come manager di Payne in Argentina, pur non essendolo. Gli investigatori avrebbero provato a contattarlo il giorno della morte del musicista, ma lui non si sarebbe reso reperibile fino all’indomani, tramite avvocato. È accusato di aver fornito stupefacenti illegali e di abbandono della persona, con conseguente morte, e rischierebbe dai cinque ai quindici anni di carcere.
Anche un dipendente dell’hotel avrebbe portato della cocaina a Liam Payne due volte, mentre uno spacciatore avrebbe procurato le droghe da lui consumate il 14 ottobre. Le analisi tossicologiche hanno offerto nuovi dettagli sulle sostanze presenti nel corpo del ragazzo. Payne aveva ingerito alcol, cocaina e un antidepressivo con prescrizione. L’autopsia ha stabilito la causa del decesso, ovvero un trauma multiplo e un’emorragia interna ed esterna, causate dalla caduta dal balcone. Il giorno dopo il decesso di Payne, il quotidiano argentino Clarín aveva avuto accesso a delle foto della camera d’albergo. In essa le forze dell’ordine hanno rinvenuto droghe illegali e oggetti per consumarle. Parte del mobilio e televisore riportavano dei danni.
La salma di Liam torna a casa
In un’intervista al Sun, un amico di Liam, Rogelio “Roger” Nores, che ha negato di essere la sopracitata persona “vicina all’artista”, ha dato la sua versione dei fatti. «Sono andato al suo hotel tre volte quel giorno», ha dichiarato, «e me ne sono andato 40 minuti prima che accadesse. C’erano più di 15 persone nella hall dell’hotel che chiacchieravano e scherzavano con lui quando me ne sono andato. Non avrei mai immaginato che sarebbe successo qualcosa del genere. Ho davvero il cuore spezzato per questa tragedia, e mi manca il mio amico ogni giorno.».
La procura ha spiegato come il corpo di Payne sia stato trasferito in Gran Bretagna tramite volo della British Airways per i servizi funebri. L’ufficio del pubblico ministero ha confermato di aver potuto effettuare tutte le analisi e gli studi di laboratorio prima di consentire al padre di Liam, Geoff Payne, di riportare il figlio a casa sua, per trovare un po’ di pace.
Federica Checchia
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