Che David Lynch sia sempre stato un fumatore incallito, è cosa nota e risaputa a Hollywood e dintorni; le sue condizioni di salute, però, iniziano a destare preoccupazione. Nel 2020 il regista ha ricevuto la diagnosi di enfisema polmonare, ma ha detto addio alle sigarette solo nel 2022, ben due anni dopo. «Ho visto la scritta sul muro, e diceva: ‘Morirai tra una settimana se non smetti’», ha confessato a People, «Non riuscivo quasi a muovermi senza boccheggiare. Smettere era la mia unica scelta».

Una decisione sofferta per lui, che convive da sempre con la nicotina: «Fumo da quando avevo otto anni.Amavo l’odore del tabacco, il sapore del tabacco. Amavo accendere sigarette. Faceva parte del mio essere pittore e regista. Ma ciò che semini è ciò che raccogli.».

David Lynch costretto a ricorrere all’ossigeno

La situazione però, ora sembra essere degenerata, al punto di far fatica a respirare. Sempre al magazine People, Lynch ha raccontato: «Riesco a malapena a camminare in una stanza. È come se camminassi con un sacchetto di plastica intorno alla testa». Per questo motivo, ormai necessita del supporto dell’ossigeno per qualsiasi attività che sia più faticosa di una passeggiata nella propria abitazione.

Il regista mette in guardia gli altri fumatori: «Nella mente di ogni fumatore c’è il fatto che è salutare, quindi stai letteralmente giocando col fuoco. Può morderti. Ho colto l’occasione e sono stato morso.». Ammette, però, di aver avuto grandi difficoltà nell’abbandonare le sue abitudini:«Ho cercato di smettere davvero molte, molte volte, ma quando diventava dura per l’astinenza, fumavo quella prima sigaretta ed era un viaggio di sola andata verso il paradiso. Poi tornavo a fumare di nuovo regolarmente». Ad aiutarlo nel percorso è stata anche la meditazione trascendentale, che pratica due volte al giorno, tutti i giorni.

Il creatore di Twin Peaks, tuttavia, non si scoraggia e tenta di vedere il lato positivo della sua nuova normalità. Non ha mai amato lo stare fuori casa e il fatto che la malattia gli proibisca di passare troppo tempo all’aria aperta lo “solleva”: «Prima non mi piaceva molto uscire, quindi è una bella scusa.». E per quanto riguarda la sua carriera? Il regista del primo Dune (1984) non ha dubbi; la sua salute non lo terrà lontano dalla cinepresa: «Piuttosto faccio tutto da remoto».

Federica Checchia

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