Federico e Alessandro sono i figli di Bruno Vespa nati dal matrimonio con Augusta Iannini. Il giornalista e conduttore televisivo è sposato con l’avvocatessa Augusta Iannini dal 1975 e dal loro amore sono nati due figli.

Federico, il primo dei figli di Bruno Vespa, è nato il 25 febbraio del 1979 e ha deciso di seguire la strada del papà visto che è diventato un giornalista radiofonico. Non solo, il primogenito di Bruno Vespa ha scritto anche un libro dal titolo “L’anima del maiale. Il male oscuro della mia generazione” raccontando di aver sofferto di un disturbo ansioso-depressivo all’età di 18 anni. Dopo 14 anni di lavoro presso RTL 102.5, il figlio di Bruno Vespa è passato a Rai Isoradio. Il papà è felicissimo della scelta del figlio, ma in occasione di una intervista rilasciata a Il Corriere della Sera ha dichiarato: “mi spiace che per lui ci sia un tetto di cristallo. Temo sia vero ciò che ha scritto Maurizio Costanzo: usando uno pseudonimo, lavorerebbe di più. Eppure, in Rai, i “figli di” non mancano”.

Alessandro, il secondo dei figli di Bruno Vespa e la depressione

Se Federico Vespa ha seguito le orme del padre Bruno Vespa, il secondogenito Alessandro Vespa ha preferito seguire il percorso della madre conseguendo una laurea in Giurisprudenza e diventando avvocato. Al momento nessuno dei due è sposato e il padre Bruno Vespa non nasconde di avere un grande desiderio, ossia quello di diventare nonno. “Se non mi danno un nipotino, strozzo i mie figli” – ha dichiarato nel salotto di Caterina Balivo dove ha partecipato in occasione del lancio del libro del figlio Francesco in cui ha raccontato il male della depressione. “Ho passato anni a sentirmi un continuo nodo in gola. Ero l’agnello nella tana dei lupi. È una malattia. Ma la gente pensa che uno ci marci su queste cose. Per un depresso fare ciò che fanno gli altri è quattro volte più difficile: dall’alzarti dal letto fino a studiare. È un mostro che ti porti dentro…” – ha scritto il figlio di Bruno Vespa che ha aggiunto – “mia madre, senza saperlo, mi ha salvato. Si rese conto di quanto fossi solo rispetto ai miei coetanei. E così iniziò a portarmi al cinema o a farmi uscire con lei: capì che qualcosa non andava, ebbe il merito di scardinare un certo isolamento!”.