A breve in Giappone sarà possibile trovare nelle aziende dei droni il cui scopo sarebbe quello di indurre a tornare a casa chi si attarda a fare ore in più dopo il turno prestabilito.

In Giappone infatti esiste ancora una mentalità per cui prestare ore di servizio extra è un indice di fedeltà e lealtà verso la compagnia ed è considerato assolutamente normale.

Il problema nasce quando le persone lavorano troppo e si ammazzano letteralmente di fatica: attacchi cardiaci, ictus, malori improvvisi stroncano ogni anno decine di vite. Alcuni addirittura scelgono di suicidarsi a causa dello stress.

Questo triste fenomeno, noto come karoshi, è uno dei problemi che la società cerca di combattere da tempo. La misura di questo “inconveniente” è tanto più grande se si pensa che è al contempo diffusa la pratica di non prendere quasi mai dei permessi o addirittura le ferie che spetterebbero da contratto.

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Al giorno d’oggi è in corso una battaglia silente che vede da un lato la mentalità del lavoro indefesso e dall’altro un approccio più moderato che tiene conto delle esigenze umane.

Di fronte alla crisi dell’economia seguita al protrarsi del miracolo economico si è pensato che solo continuando a lavorare si sarebbe potuto ritornare al periodo aureo.

Tuttavia questo tentativo spasmodico ha avuto conseguenze sociali rilevanti: molte persone non riescono ad avere il tempo di formare una famiglia e questo comporta un calo delle nascite; l’attenzione verso gli aspetti pragmatici e concreti ha generato una disattenzione verso i bisogni emotivi, cosa che induce un certo numero di individui a chiudersi in se stessi.

Accade allora che molti si dedichino al lavoro prima di tutto e le conseguenze dai risvolti tragici non siano infrequenti.

L’amministrazione Abe ha ricevuto numerose lamentele a riguardo e si è impegnata a fare qualcosa per ridurre il fenomeno.

Considerando quante volte in un anno molti dirigenti sono costretti a scusarsi pubblicamente in televisione per aver messo a repentaglio la salute di un impiegato, la soluzione del drone T-Frend sembrerebbe avere dei risvolti concreti.

Il drone è il risultato della collaborazione tra l’azienda di sicurezza Taisei (la stessa che si occuperà dello stadio di Tokyo per le Olimpiadi 2020), lo sviluppatore di droni Blue Innovation e l’operatore di telecomunicazione NTT East.

Il drone sarebbe programmato per muoversi lungo la pianta dell’ufficio, senza GPS, e fermarsi presso le postazioni ancora occupate; a quel punto emetterebbe il motivetto scozzese Auld Lang Syne, usato frequentemente dalle scuole e dagli esercizi commerciali per indicare l’approssimarsi dell’orario di chiusura.

Questo espediente dovrebbe indurre il lavoratore a lasciare la postazione, non potendo concentrarsi a causa della canzone.

Prima che venisse in mente l’idea del drone, c’erano delle persone in carne e ossa a recarsi presso i colleghi stakanovisti. Tuttavia, a causa dell’etica che regola i rapporti tra i Giapponesi, onde evitare attriti tra colleghi, l’azione dissuasiva del personale si limitava ad essere poco più che un invito.

Alla fine si creava un paradosso perché anche queste persone finivano per attardarsi in ufficio onde smuovere i colleghi !

Si sta valutando se fornire al drone la tecnologia necessaria per il riconoscimento facciale al duplice scopo di identificare i super-lavoratori e anche per riconoscere eventuali intrusi.

I costi per questo progetto si stimano non ufficialmente sui 50.000 Yen al mese (circa 450 dollari)