Regole ben precise, a PyeongChang, regolano l’utilizzo dei social network e dei selfie durante i Giochi Olimpici. Pena, l’esclusione.

credits:cob.org.br

Attenzione cari atleti e cronisti, potrete usare i social network durante i giochi, ma con moderazione! E’ vietato inseguire qualche follower in più aggiungendo la parola olympics al proprio nome utente online.
In Corea del sud è infatti in vigore il “vincolo olimpico”, ovvero, un documento di tre pagine in cui il Comitato Internazionale ha tracciato le linee guide che i protagonisti dei Giochi sono tenuti a rispettare online.

Momenti intensi, indimenticabili quelli dei Giochi Olimpici. Momenti vissuti all’interno delle piste di gara, impianti di allenamento e villaggio olimpico, carichi di emozioni, adrenalina, gioia, ma anche con attimi di paura, tensione… Ed è quindi lecito voler staccare la spina. Vivere momenti di leggerezza. E magari trovarli online, comunicando con i fan, pubblicando selfie buffi o informando i follower sul proprio stato d’animo mediante “stories” su Instagram.

Ma attenzione, non è tutto concesso. Alcune cose sono vietate, come ad esempio:
-Postare o diffondere immagini e video delle strutture dove, per effettuare l’accesso, serve un accredito o il biglietto.
-Niente scatti delle aree non pubbliche, ovvero delle piste oppure di aree riservate ad atleti e allenatori… Potrebbe sembrare una cosa ovvia, ma di certo non può esserlo in un epoca ormai caratterizzata da selfie perfino sui campi da calcio di serie A o negli spogliatoi dell’NBA.
-Sono, inoltre, banditi post che includano propaganda politica, religiosa o razziale, di qualsiasi tipologia.
-Le attività online devono essere “dignitose” e non contenere elementi “discriminatori, diffamatori, offensivi, o portatori di odio”. Ma è curioso sapere che foto, video e audio possono essere condivisi dagli atleti, ma a patto che siano fatti con mezzi non professionali.

Non sono semplici regole per mantenere “ordine”… Chi non rispetta queste norme sociali, addirittura, rischia l’espulsione diretta dai giochi. I Cardini basilari per non venire espulso e per rimanere ben accetti dei giochi del “liberissimo” paese dell’Asia orientale sono:
1. non violare la privacy altrui
2. non infrangere diritti intelletuali
3. non rivelare informazioni confidenziali circa persone o l’organizzazione dell’evento
4. non interferire con l’organizzazione delle cerimonie e del programma
5. non violare le misure di sicurezza messe a punto per i Giochi”

in primo piano Francesco Costa (credits: tenews.it)

La conferma del fatto che le regole non sono solamente punti di riferimento per una buona convivenza ai giochi ma vere e proprie “leggi da non violare” viene direttamente da PyeongChang, da un connazionale, dall’atleta Francesco Costa, elbano, trentaduenne di Portoferraio, che nei prossimi giorni scenderà in pista con i compagni di bob a quattro.

Quali sono i rischi che atleti e cronisti corrono?
Nel caso in cui le regole non vengano rispettate si rischia di vedere il proprio pass ritirato e di dire per sempre addio all’evento, per molti tanto desiderato.
“Il Cio può chiedere che venga cancellato il contenuto online e, in casi particolari, ritirare l’accredito, adire vie legali o imporre altre sanzioni”.

Quindi, atleti… attenti a cosa postate sui vostri profili social, e guai a fare pubblicità! E’,infatti, proibito l’utilizzo a scopo commerciale degli scatti coreani, mai abbinare un marchio all’immagine di PyeongChang.

Ancora una volta la Corea, nonostante sia riconosciuto come il settimo paese al mondo secondo l’Indice di educazione di sviluppo umano (ONU, 2008), mostra, latente, tutta la sua ristrettezza nei confronti della libertà socio-culturale, in questo caso limitando quella “sociale” e “personale” degli atleti.

Martina Onorati