Retronerd #13 – La saga di Ace Attorney

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Di Redazione Metropolitan

Era il 2000 quando Shu Takumi, autore del bellissimo ed indimenticabile Dino Crisis, pubblicò la sua ultima fatica su Game Boy Advance, Ace Attorney, una visual novel, mystery game, simulatore d’avvocato o che dir si voglia.

La saga di Ace Attorney (in giapponese, Gyakuten Saiban), diventata un fiore all’occhiello di Capcom, ha subito varie pubblicazioni dipanate nel tempo su diverse piattaforme: il suo grande successo è esploso con Nintendo DS e, successivamente, è approdata anche sui dispositivi iOS e sulle principali console casalinghe come Playstation 4 e Xbox One, e PC Windows.

Ace Attorney: senza obiezioni, il miglior simulatore d’avvocato!

L’iconico “obiezione” di Phoenix Wright. Fonte: web

Takumi, da tempo un grande appassionato di gialli, propose a Capcom un’innovativo investigation game osservato dal punto di vista legale: il giocatore dovrà vestire i panni di Phoenix Wright, un giovane avvocato difensivo, sia durante le sedute in tribunale, sollevando obiezioni e preparando l’arringa, sia accompagnarlo nelle varie fasi esplorative in cui dovrà recuperare vari indizi ed essere, appunto, convincente.

La bellezza di Ace Attorney è la presenza di un cast memorabile, variegato ed indimenticabile: i personaggi e i casi proposti sono eccentrici, caricaturali, con comportamenti ai limiti dell’assurdo, ma non per questo meno convincenti. Dopo il debutto su Game Boy Advance verso la fine del 2001, Ace Attorney vanterà di due successivi sequel, continuativi a livello di trama, ma completamente slegati per quanto riguarda i casi in tribunale.

Il gameplay di Ace Attorney è chiaro e semplice, per tutte le età. E’ suddiviso in due fasi, la raccolta degli indizi sulla scena del crimine e il processo in tribunale con un giudice che modera gli animi più caldi tra il procuratore distrettuale e l’avvocato difensivo. L’immagine suddetta è presa dal porting su Nintendo DS, interessante notare come, nella parte superiore, sono presenti i dialoghi, come una tipica visual novel, e sotto la lista degli indizi che abbiamo in precedenza raccolto o ci hanno consegnato prima di entrare in aula. Possiamo usarli, dopo aver fatto “obiezione!”, in aula a seguito di varie testimonianze da parte degli imputati. Fonte: Google Immagini.

Ace Attorney è stata una saga ad esclusivo appannaggio dei videogiocatori giapponesi quando, nel 2005, complice lo straordinario successo di Nintendo DS anche in Occidente, Phoenix Wright è sbarcato in Europa e America.

Tuttavia, quando la saga di Ace Attorney uscì in Occidente in capitoli separati – che tra l’altro elevavano completamente l’hardware del Nintendo DS rendendo davvero, il piccolo handheld a doppio schermo, perfetto per fare esperienza di un titolo del genere, grazie al pennino in dotazione e il touch system efficace che rende più divertente l’esplorazione dell’ambiente e la successiva risoluzione di enigmi quali i divertenti – seppur non facili – lucchetti della mente, l’avventura di Phoenix Wright era già giunta al termine.

I personaggi principali di Apollo Justice. Fonte: web

Capcom si sentì costretta, cavalcando l’onda del successo mondiale e per soddisfare la nuova schiera di fan, a creare un nuovo capitolo della saga di Ace Attorney, introducendo il pupillo di Phoenix Wright, Apollo Justice.

Apollo Justice introdusse una serie di nuovi personaggi, mantenendo la figura di Phoenix in background per creare più appeal e senso di continuità con la trilogia, malgrado Shu Takumi stabilì chiaramente che l’avventura di Ace Attorney volgeva al termine qualche anno prima e si stava dedicando, quindi, ad altri lavori.

I lucchetti psichici sono una forma di meccanismo di difesa da parte dei testimoni che conoscono qualcosa che non vogliono rivelare. Phoenix Wright, in fase esplorativa, deve essere in grado di sbloccare questi lucchetti psichici e riesce a farlo essendo convincente o cercando prove che sostengono la sua tesi e rigettano quella dei testimoni o dell’eventuale colpevole. Liberando dalla mente del nostro teste i lucchetti psichici, si può proseguire andando in aula. Questi blocchi mentali sono visibili tramite il magatama che Phoenix ottiene dalla sua mentore Maya Fey: i magatama sono gioielli giapponesi risalenti all’antica epoca Jomon (1000 a.C.)

Capcom, quindi, decise di raggruppare un nuovo team di sviluppo per creare una sorta di spin-off, con diverse meccaniche di gioco, intitolato Ace Attorney Investigation, che gira intorno alla figura apprezzata di Miles Edgeworth, sostituto procuratore e nemesi di Phoenix Wright, colui che gli ha dato filo da torcere in aula. Ace Attorney Investigation abbandona il fascino del tribunale, e riesce a riempire quel gap dalla fine dell’ultimo capitolo di Phoenix Wright a l’attuale “presente” con Apollo Justice.

E la parabola della serie non termina qui; nel 2011, per celebrare il decimo anniversario della serie, Ace Attorney ha subìto varie trasposizioni, non solo videoludiche come confermano i vari port su differenti console. Anime, manga, un musical teatrale, un film girato dal celebre regista Takashi Miike e la presenza di Phoenix in altri titoli della software house, come Ultimate Marvel vs. Capcom 3.

Un nuovo titolo debutta, finalmente, nel 2013 chiarendo le intenzioni di Capcom, ovvero quello di non far dimenticare la saga dello strano avvocato difensore. Dopo i due Investigation, debutta Phoenix Wright: Ace Attorney – Dual Destinies, che vedrà sul banco dei difensiori di nuovo Phoenix accompagnato da Apollo e l’immancabile presenza del carismatico Miles Edgeworth. Dual Destinies goderà di un sequel, uscito nel 2016, dal titolo Spirit of Justice: tuttavia, entrambi i titoli che sanciscono il ritorno di Phoenix Wright non sono che uno specchietto per le allodole; la maturità di Phoenix in pensione, davvero apprezzata in Apollo Justice, dal punto personale che professionale tanto da essere un vero mentore per le nuove leve di avvocati difensori, nei due sequel sparisce. La personalità di Phoenix regredisce a quella dei primi tre giochi in cui, un po’ goffo ed impacciato, si farà avanti quasi a fatica nella risoluzione dei casi. Un vero smacco da parte di chi sperava in un Phoenix adulto e capace di gestire le situazioni, a favore di una controparte più caricaturale e più in linea con il personaggio agli albori della serie.

Dai Gyakuten Saiban: Il nuovo filone dedicato a Ryunosuke Naruhodo, antenato di Phoenix, inedito in Occidente. Fonte: web

Nel corso del 2016, in esclusiva per Nintendo 3DS, è uscito il nuovo capitolo Dai Gyakuten Saiban, ambientato nell’era Meiji, il personaggio principale Ryunosuke Naruhodo, un antenato di Phoenix Wright, si trova nella Londra vittoriana per risolvere dei casi, accompagnato da niente meno che un giovane Sherlock Holmes ed una bambina di otto anni, di nome Watson.

Tuttavia, non raggiungendo i fasti di un tempo, con la trilogia originale, questi capitoli non sono mai usciti fuori dai confini giapponesi, e attualmente è presente, sulle attuali console PS4, Xbox One, Switch e PC un nuovo porting, rimasterizzato, delle tre opere principali dedicate a Phoenix Wright e compagni. Capcom, tuttavia, non è riuscita a bissare la qualità dei primi tre che ripropone nel tempo: ben venga la costante ricerca di nuovi fan da attirare al brand, ma cosa rimane dei vecchi appassionati della serie dedicata all’impacciato avvocato? Non ci resta che sperare in un nuovo titolo sulle moderne console con la speranza che questa eccentrica serie non vada a cadere nel dimenticatoio. Perché Phoenix Wright ci ha tenuto davvero tanta compagnia durante i nostri pomeriggi alla ricerca di una nuova, fragorosa, OBIEZIONE!

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