Se l’anno scorso sul palco dell’Ariston il bacio tra Achille Lauro e Boss Doms aveva infuocato lo scandalo, quest’anno persino la scena di matrimonio gay. E tutti i tradizionalisti omofobi seduti sul divano a guardare Sanremo 2021 si saranno sicuramente spaventati. Per cosa? Per una libertà finalmente normalizzata.
Ospite del quarto quadro di Achille Lauro, il chitarrista Boss Doms irrompe sul palco di Sanremo al fianco del cantante… ma vestiti a matrimonio, nella scena rock e romantica di un perfetto matrimonio gay. E, infatti, la prima colonna sonora del quadro di Lauro – non a caso – è stata la canzone dello scorso anno “Me ne frego“.
Perchè ce ne freghiamo tutti (o magari, tutti) di quanto un bacio omosessuale possa destare l’attenzione e lo stupore dei telespettatori. A sostegno esplicito del tema delle unioni civili e di quelli della “purezza dell’anticonformismo del politicamente inadeguato” i due personaggi hanno incantato l’Ariston.
La mission di Achille Lauro e Boss Doms a Sanremo 2021? Normalizzare la diversità
Eppure questa volta, la mission di Lauro non si risolve in una trasgressione personalizzata piuttosto nel tentativo di normalizzare il gesto. Vestito di bianco e con la bandiera d’Italia in mano, Achille Lauro in questo Sanremo 2021 ha mantenuto la promessa di sconvolgere ancora i tradizionalisti omofobi. Un dispetto onorevole che punta al pubblico italiano sempre sensibile allo scandalo ma mai pronto alla modernità.
Al di là delle esibizioni di Achille Lauro, i suoi tributi quest’anno sono apparsi più mirati che mai, come quello a Mina della seconda puntata. E in un modo o nell’altro, coerente a se stesso, riesce anche quest’anno a fondere la musica e la lotte, l’avanguardia e la tradizione. In uno sguardo sempre scandaloso, e forse per questo disperato.