Achille Lauro, chi sono i genitori: il magistrato Nicola De Marinis e Cristina Zambon

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Di Redazione Metropolitan

Classe 1990, all’anagrafe è Lauro De Marinis, nome d’arte Achille Lauro, ed è nato l’11 luglio a Verona. I suoi genitori non hanno nulla a che fare con il  mondo dello spettacolo. Il padre, infatti è Nicola De Marinis, classe 1956 e originario di Gravina in Puglia è  laureato in Giurisprudenza. Dal 2014 è un magistrato della Corte di Cassazione dove a quanto pare riveste il ruolo di consigliere addetto della sezione lavoro. Nel suo curriculum anche il lavoro come docente universitario e la pubblicazione di numerosi testi. Una buona fetta del ramo paterno della famiglia di Achille Lauro ha lavorato in ambito statale, basti pesare che il nonno – Federico De Marinis – è stato un Prefetto.

La mamma dell’artista, invece, è Cristina Zambon originaria del Veneto che fa parte del suo enturage. Nella famiglia di Achille Lauro anche il fratello maggiore Federico, in arte Fet, impegnato nel mondo della musica, con cui l’artista è andato a vivere in una comune di artisti a soli 14 anni.

A  quanto pare il rapporto tra Achille Lauro e il padre si è riavvicinato nel corso degli ultimi anni.  Proprio come aveva lui stesso spiegato nel corso di un’intervista che aveva rilasciato a Domenica In. In quella occasione il cantante aveva rivelato: “Sono figlio di brava gente, gente onesta  – aveva raccontato, per poi aggiungere -. Anche mio padre, per quanto io abbia avuto un rapporto difficile, è persona intellettuale, una persona che ha studiato che comunque anche nel nostro rapporto complicato mi ha comunque lasciato una certa base di educazione”. Spiegando poi che il rapporto negli anni è stato recuperato. Invece in un’altra occasione intervistato da Mara Venier alla domanda: “È vero che sei legatissimo alla tua mamma?”, il cantante aveva risposto: “Assolutamente, io credo che sia una cosa che è comune a tutti”.

Alle spalle, ha una carriera accademica di lungo corso, dunque, ma non solo. Ha avuto anche importanti contratti e collaborazioni, facendo parte della redazione di molte riviste scientifiche e ottenendo anche diversi contratti di ricerca. Nella prima metà degli anni Novanta, il professore è stato chiamato come esperto giuridico dalla Commissione di Garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici.

Sul figlio famoso ha spiegato al settimanale Di Più di essersi sentito un “padre ingombrante” e ha raccontato: “Entrambi i miei figli a un certo punto della loro vita hanno frequentato persone molto lontane dal nostro mondo borghese nel quale io avevo cercato di crescerli. È stato il loro modo, a mio avviso, di scontrarsi con me. Mio figlio ha visto amici finire in carcere e morire di overdose, ha toccato con mano la disperazione. Ma che queste esperienze lo abbiano condizionato, esaurito, risucchiato verso il male, assolutamente no”.