Questa notte, all’età di 61 anni, è morto l’ex wide receiver dei San Francisco 49ers Dwight Clark.
Nove stagioni da professionista, tutte giocate nella franchigia californiana, Clark è stato una delle colonne di una squadra che, per circa un decennio, ha dettato legge. Clark è legato in modo indissolubie ad una impresa leggendaria, la famosa “The Catch”, della quale parleremo più avanti. Non bisogna dimenticare però che Clark non è stato solo l’eroe di una notte: nella sua carriera ha collezionato 48 touchdown su ricezione, 506 ricezioni per un guadagno di oltre 6700 yards. Numeri che fanno capire il valore di questo giocatore, che con i 49ers ha vinto due superbowl. Dopo il ritiro, è diventato dirigente della stessa franchigia, contribuendo alla conquista di altri tre anelli.

Nel 2015 cominica ad accusare i primi disturbi fisici e, dopo numerose analisi, nel 2017 gli viene diagonsticata la SLA, sclerosi laterale amiotrofica, una malattia che non lascia scampo. La morte, avvenuta la scorsa notte, viene annunicata su Twitter dalla seconda moglie Kelly. Il suo numero, 87, è stato già ritirato anni fa dai 49ers, a dimostrazione che nessuno sarà mai più alla sua altezza. Ma adesso saliamo sulla macchina del tempo e riviviamo insieme “The Catch”, insieme a qualche piccola curiosità…
The Catch
10 gennaio 1982, Candlestick Park, San Francisco. Si affrontano i 49ers e i Dallas Cawboys nella finale della NFC. Chi vince, va al superbowl. Manca poco più di un minuto alla fine della partita ed i Cowboys sono in vantaggio per 27-21. Palla ai 49ers che si avvicinano alla end zone. Joe Montana, quarterback dei 49ers, lancia verso Freddie Solomon, libero in end zone… ma lo manca. Bisogna segnare un touchdown per ribaltare la partita, non c’è altra soluzione. Sul secondo e 10, Bill Walsh, coach dei 49ers, chiama una corsa del running back Lenvil Elliott. Buon guadagno ma si arriva a 6 yards dalla end zone. Siamo ad un terzo tentativo e 3. Meno di un minuto. Montana riceve lo snap, esce dalla tasca e si sposta verso destra. La difesa Cowboys però lo bracca, tre uomini si avvicinano; Montana guarda, guarda, finta e… lancia!! Direttamente in end zone, una palla alta e maligna. Dwight Clark spunta dal cuore della difesa, corre lunga la side line e salta più in alto che può; la prende e atterra nel boato del Candlestick Park. E’ storia, è leggenda.

Parecchi anni dopo, Clark dichiarerà di aver capito subito che, con quella ricezione, sarebbe entrato nel cuore dei tifosi dei 49ers. Di tutte le generazioni di tifosi dei 49ers.
Le curiosità
Clark non era il ricevitore designato in quello schema; la prima scelta era Solomon, numero 88, che però, nel cambiare traiettoria, perde l’equilibrio e secondi preziosi. Montana sposterà lo sguardo verso di lui molte volte ma lo troverà sempre coperto dal difensore e quindi deciderà di lanciare su Clark. Il proprietario dei 49ers, Eddie DeBartolo, convinto dell’imminente sconfitta, aveva abbandonato il posto in tribuna ed era bordo campo. Nel trambusto, tra fotografi e polizia a cavallo, nel momento del lancio di Montana si troverà deitro ad un cavallo della polizia, “il più grande cavallo che si possa immaginare”. Sarà lo stesso poliziotto a dirgli della ricezione di Clark. La foto che immortala “The Catch” è stata scattata da Walter Iooss jr., fotografo che stava lavorando per i Cowboys. Scatterà in rapida sequenza alcune fotografie e, ironicamente, l’unica buona sarà proprio quella che entrerà nella storia.
