Addio alla Regina dello Zafferano: Gina Sarra, che trasformò in Oro Rosso dei fiori blu

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Di Redazione Metropolitan

E’ a Civitaretenga, piccolo e antico borgo dell’Abruzzo interno, in provincia dell’Aquila, con attualmente circa 200 residenti, che viene custodito l’oro. Non si tratta di oro comune. Ma di un oro rosso, nobile e raro.

L’oro rosso, richiesto da prestigiose cucine e ristoranti di tutto il mondo.

 

In questo paesino abruzzese di 200 persone, arroccato su uno sperone di roccia, è nata la regina di questo oro. Giovannina Sarra, detta Gina. Lei, che da una terra spoglia, fece proliferare una delle risorse culinarie più preziose del nostro paese. L’oro rosso di Navelli, lo Zafferano più prezioso al mondo.

La stessa che ci ha lasciati, a causa dopo una lunga lotto contro un male incurabile ed oggi, domenica 30 dicembre, alle 14:30, si terranno i funerali per l’ultimo saluto alla “Regina dello Zafferano”.

Forte era la voglia ed il desiderio di far conoscere ad un pubblico più vasto, che andasse oltre i confini della conca aquilana, la magia dell’oro rosso, di quei fiori viola che ai suoi occhi brillavano, e che nessuno considerava (tanto che venivano mangiati dalle pecore), che ricorse ad un potente mezzo, la televisione.

Così, dopo la sua ospitata alla trasmissione televisiva “Porto Bello” di Enzo Tortora, in un periodo in cui ancora l’amplificazione della rete non c’era, furono centinaia le persone che arrivarono per visitare Civitaretenga, e tutto l’altipiano di Navelli, per conoscere da vicino l’oro rosso dell’Aquila. Durante la trasmissione fu venduto uno scatolone di Bulbi, per 300mila Lire

Dopo la trasmissione, le lettere che arrivarono furono tante, tantissime. Circa quattrocento. E Gina rispose a tutte. A mano. Ad una ad una. Spiegando che lo zafferano in pistilli della sua cooperativa era decisamente migliore di quella mediocre polvere che veniva dalla Spagna, dal Marocco, dall’Iran, dalla Turchia e dall’India, venduta a basso costo.

Un giorno un uomo si presentò per conoscere la magia di quell’oro. Aveva un aspetto elegante e si intuiva che era uno che ne capiva. Ma Gina e Silvio non avevano altro da offrirgli che una fetta di pane, un po’ d’olio e una fetta di salame. Era Gualtiero Marchesi. 

Oggi la cooperativa di un tempo, è una fiorente azienda agricola, Casa Verde, il primo agriturismo d’Abruzzo.

Gino ricorda che all’inizio, le produzioni, erano destinate ai mercanti aquilani che le rivendevano ai ricchi acquirenti del nord Italia e anche ai palati più raffinati dei Paesi stranieri, come la Germania, l’Austria e il Belgio. Era un’epoca in cui chi produceva zafferano non lo consumava, pur di non perdere il guadagno.

“E’ il nostro oro” diceva Silvio Sarra, “Ha il colore del sangue, quello della gente che da secoli lo lavora. Salvando lo zafferano abbiamo salvaguardato un pezzo del nostro passato”. E le sue parole le ha ereditate e ripetute Silvia, fino a quando non ha chiuso gli occhi anche lei, nel freddo di fine dicembre, distesa su un letto sotto al quale uno scrigno custodisce il più profumato dei tesori.

Gina non si sposò mai, forse perché il suo cuore già apparteneva a qualcuno, o a qualcosa: “Lo zafferano l’ho sposato”, raccontava nell’ultima intervista a Virtù, spiegando il perché non avesse mai trovato un compagno di vita all’altezza della sua passione.

Martina Onorati