Angela Luna e Loulwa Al Saad sono la coppia creativa dietro alla linea di vestiti targata Adiff. Le due donne sono un esempio virtuoso di quella che al giorno d’oggi viene chiamata CSR, ovvero Corporate Social Responsability. Questa visione implica che le aziende debbano contribuire a un miglioramento del mondo e della società. E le due manager lo stanno facendo bene, agendo su più fronti contemporaneamente.
L’impegno sociale
Dietro a questo progetto c’è il preciso intento di aiutare i profughi. La società infatti ha sede ad Atene e fra le sue fila conta un organico composto per la maggior parte da rifugiati afghani. Oltre a offrire lavoro e a fornire un salario adeguato agli apolidi, Adiff si specializza in una tipologia di vestiario che possa risultare anche utile a chi si trova in uno stato di necessità. Il capo più famoso della loro collezione è infatti una giacca che all’occorrenza può anche diventare una tenda. In questo modo un semplice trench viene trasformato in uno strumento che può potenzialmente aiutare persone in stato di difficoltà. Proprio seguendo questo concetto, l’azienda si impegna a devolvere un corrispettivo alle categorie più emarginate ogni volta che qualcuno decide di comprare un loro prodotto.
La prospettiva green di Adiff
Da alcuni anni anche il settore della moda ha scelto di mettere man mano da parte il concetto di fast fashion e di focalizzarsi invece sulla sostenibilità. Anche questa volta Adiff ha scelto di non essere da meno, venendo incontro a questo trend sempre più impellente. I sarti infatti danno nuova vita a materiali che generalmente verrebbero considerati scarto e li trasformano in vestiti. Tramite la scelta di questa materia prima si riescono a evitare degli inutili sprechi e di conseguenza si contribuisce a diminuire l’inquinamento. Lo stile minimal tipico di questo brand predilige la funzionalità sull’estetica e anche per questo risulta perfetto per un look pulito e privo di fronzoli.
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