Alaska: Trump apre alla caccia di cuccioli di orso e lupo

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Di Redazione Metropolitan

In arrivo, nelle prossime ore, le nuove linee guida delle agenzie federali National Park Service e US Fish and Wildlife Service. Queste mirano ad allentare se non scardinare alcune restrizioni imposte dall’amministrazione Obama.

Un passo indietro di anni

Non piu’ tardi di 5 anni fa l’amministrazione Obama, non senza rumore, aveva imposto delle nuove restrizioni alla caccia in Alaska.
Le associazioni ambientaliste, come anche moltissima gente comune, avevano gioito per queste limitazioni che, specie in un momento storico di grandi dubbi circa il futuro del pianeta, sembravano assolutamente valide.

Purtroppo tutto questo sembra destinato a diventare un mero ricordo: Donald Trump, fedele alla propria missione di smantellare quanto fatto dal suo predecessore, dopo aver rimosso alcune restrizioni su scala nazionale, sembra aver dato mandato alle due agenzie federali che regolano caccia e pesca di redigere un nuovo regolamento specificamente per l’Alaska.

Caccia aperta a cuccioli di orso e lupo

Le nuove norme prevedono, secondo l’Anchorage Daily News, alcune pratiche alquanto discutibili:

  1. Sara’ possibile cacciare gli orsi neri gia’ nelle loro tane, e si potranno utilizzare esche e luci per far uscire gli animali dalla propria tana.
  2. Si potranno cacciare i caribu‘ mentre attraversano i fiumi, sparando direttamente da battelli.
  3. Sara’ permessa la caccia di madri incinte, con cuccioli, e dei cuccioli stessi.
  4. Come se gli orsi non bastassero, queste nuove concessioni si estendono anche a lupi, coyote ed ai loro cuccioli.

In attesa del documento ufficiale, questi sembrano essere i pilastri del decreto, atteso a breve.

La questione politica ed economica

L’alaska e’ uno stato Repubblicano oramai da molto tempo. L’ultima elezione di un democratico, Tony Knowels, risale al 1998. Negli ultimi venti anni l’Alaska non ha semplicemente virato verso il partito repubblicano. E’ piuttosto diventata baluardo dei “valori” propri del Tea Party Movement (una costola estremamente dura del partito Repubblicano, che idolatra liberismo, armi e nazionalismo).

Basti pensare che nel 2006 viene eletta a governatore Sarah Palin, nota tanto per le sue incredibili gaffe quanto per le sue altrettanto incredibili idee in fatto di diritti umani: la Palin infatti si e’ dichiarata spesso e volentieri favorevole al waterboarding ed alla tortura in generale dei prigionieri di Guantanamo.

In questo panorama politico, appare evidente come un politico come Trump (fortemente sostenuto dal Tea Party) trovi l’approvazione dell’odierno governatore Mike Dunleavy, oltre che della NRA (National Rifle Association, una associazione nata per portare avanti la “difesa” del secondo emendamento, il diritto di possedere armi).

A livello economico, la speranza del governatore e del suo gabinetto e’ che queste nuove regole possano “attrarre” cacciatori ricchi in Alaska per i loro Safari, promettendo loro delle facili prede con minimo rischio. Questo, chiaramente, creerebbe un giro di denaro interessante, tanto per gli organizzatori quanto per le casse dello stato.

La questione indiana

Ad aggiungere beffa al danno, la questione indiana: i repubblicani infatti difendono le decisioni del POTUS, affermando che Obama non avrebbe consultato i comitati di tribu’ autoctone, che fanno della caccia sostenibile di questi animali il proprio sostentamento, oltre che una questione di radici del proprio popolo.

Curioso come le istanze degli indiani (o delle minoranze) interessino tanto al partito Repubblicano, ma solo quando queste possono portare ad un ritorno economico.