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Alberto Barbera: confermato direttore artistico in carica fino al 2024

Cate Blanchett con il direttore artistico Alberto Barbera - Venezia 77'
Cate Blanchett con il direttore artistico Alberto Barbera Venezia 77′

Il Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia ha ufficializzato la nomina dei direttori artistici nei rispettivi ambiti, tra cui chiaramente quello relativo al Cinema, per il triennio 2021-2024 e Alberto Barbera sarà ancora il direttore artistico del Festival di Venezia fino al 2024. L’annuncio è stato dato oggi direttamente dall’organizzazione della Biennale. Nato a Biella, nel 1950, Barbera ha iniziato molto presto a occuparsi di cinema, prima con la laurea in Lettere Moderne conseguita con una tesi su “Storia e Critica del Cinema” all’Università di Torino, poi attraverso la collaborazione con l’Associazione Italiana Amici Cinema d’Essai, di cui è stato presidente dal 1977 al 1989.

Dal 1980 al 1983 Barbera è stato critico del quotidiano “La Gazzetta del Popolo” e, dal 1982, è membro del Sindacato Giornalisti, iniziando la collaborazione con il “Festival Internazionale Cinema Giovani” (oggi Tff) rivestendo la carica di direttore dal 1989 al 1998. Nel 2002 è diventato consulente per il Museo Nazionale del Cinema di Torino e, da giugno 2004 sino a dcembre 2016, ne è stato il direttore. Nel 2000 ha ricevuto il prestigioso riconoscimento culturale della Repubblica Francese diventando “Chevalier des Arts et des Lettres” e nel 2019 è stato inserito da Variety fra le 500 persone più influenti nel mondo dell’industria dello spettacolo e dal 2020 fa parte dellAcademy of Motion Pictures Arts and Sciences.

Alberto Barbera: l’encomio del cinema

Pierfrancesco Favino e Alberto Barbera sul Red Carpet di Venezia 77
Pierfrancesco Favino e Alberto Barbera sul Red Carpet di Venezia 77

L’esperienza di Barbera è stata anche il corso di un cinema di ricerca e sperimentazione, alquanto aperta, grazie al quale sono emerse sorprese e gemme che resteranno, come il Leone d’oro al film di Todd Phillips che fu accolto come un cambio di rotta, ma non l’unico, alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia trionfa il cinema italiano con la consegna della Coppa Volpi a Luca Marinelli e Ariane Ascaride oltre alla contentezza di un autore come Polanski per aver trionfato con la sua storia artistica.

Venezia 76 si conferma un’edizione particolare da cui partiranno alcuni film che andranno dritti agli Oscar, tra tutti il Joker di Todd Phillips con il volto eclettico di Joaquin Phoenix, e altri con un indubbio e strepitoso successo online, su Netflix, come “Marriage Story” e “The Laundromat“. Per non parlare di quest’ultima edizione di Venezia 77 appena conclusasi che segna la vittoria di un’ altra pellicola come “Nomadland” aggiudicandosi il Leone d’Oro come miglior film, prossima ad una papabile nomination agli Oscar 2021.

"Nomadland" vincitore del Leone d'Oro 2020 - Photo Credits - Web
Nomadland” vincitore del Leone d’Oro 2020 – Photo Credits – Web

Barbera soprattutto in quest’anno di pandemia ha riconquistato il feeling venuto progressivamente meno con Hollywood, sancito dagli Oscar ottenuti da una serie di film che proprio al Lido hanno visto il loro debutto globale. La cerimonia si è aperta sulle indimenticabili note della colonna sonora del film di Sergio Leone, “C’era una volta in America“, doveroso omaggio ad Ennio Morricone, scomparso il 6 luglio scorso: l’orchestra era diretta dal figlio del maestro, Andrea. Un’edizione apertasi anche con tante speranze verso un futuro prossimo migliore.

Giuliana Aglio

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