Alberto Genovese e la storia di una terrazza vista Duomo di Milano, chiamata Terrazza Sentimento, laddove lusso ed esclusività nascondono ben altri retroscena. Una ragazza appena maggiorenne, aspirante modella, ha denunciato uno stupro mentre si trovava in stato di incoscienza, dovuto all’abuso di sostanze predisposte ad hoc dal suo aguzzino. Legata e torturata, lo ha implorato di smettere, ma le sue preghiere non sono state esaudite finché non è riuscita fuggire.
Chi è Alberto Genovese?
Napoletano di 43 anni, Alberto Genovese, si trasferisce a Milano dove si Laurea in Economia e Commercio presso la prestigiosa Università Bocconi. Inizia a lavorare nelle società di consulenze McKinsey, per poi passare a Bain e in eBay. Decide di mettersi in proprio e diviene ben presto un cavallo rampante del settore fintech e assicurativo. Fonda numerose start up, l’ultimo successo è Zappyrent, la start up che mira a semplificare il mercato degli affitti di medio-lungo termine. Dopo aver chiuso in un round di investimenti da 2,5 milioni di euro, con la partecipazione di numerosi big del fintech, nel 2020 Alberto Genovese assume la presidenza di Zappyrent. Prima del fermo Genovese ricopriva vari ruoli: presidente di Prima Assicurazione, di Brumbrum spa, di Abiby e Zappyrent.
Cosa accadeva all’interno dell’appartamento di Genovese?
Alberto Genovese era solito invitare l’elite Milanese, e non solo, a partecipare ad ”feste private” all’interno del suo appartamento vista Duomo di Milano, chiamato da lui stesso Terrazza Sentimento. La prima regola era lasciare i cellulari. Secondo fonti investigative durante quelle feste si era soliti consumare droga: cocaina, ketamina, 2CB, la preziosa cocaina rosa che si ottiene mixando cocaina e anfetamina. Le sostanze erano a disposizione gratuita degli invitati distribuite su grandi vassoi neri. Dalle dichiarazioni apprese dalle ragazze che, abitualmente frequentavano le feste di Genovese, questi era solito versare nei bicchieri delle invitate il Ghb, la cosiddetta droga dello stupro, per una sua pura velleità.
Cosa è successo la notte del 10 Ottobre?
Il 10 Ottobre era in corso una festa. Risulta, anche, dal fatto che la Polizia quella notte, in due occasioni, si è recata presso la Terrazza Sentimento allertata da alcuni vicini che lamentavano il disturbo della quiete notturna. A chiamare la polizia anche Roberto Bolle, il famoso ballerino residente al piano di sotto dello stesso immobile. Giunta all’appartamento, la Polizia, non poteva immaginare ciò che nella stanza patronale si stava consumando: lo stupro di una ragazza di appena 18 anni.
Lo stupro della ragazza
La ragazza è stata legata e torturata mentre era priva di sensi. Quando, svanito l’effetto della droga, la ragazza ha ripreso coscienza racconta di aver implorato Genovese di smetterla senza però riuscire ad ottenere alcun risultato. Inerme, la ragazza non può chiamare le amiche: si trova in una stanza blindata da Bodyguard e senza cellulare. Riesce a fuggire la mattina dopo, recupera il telefonino e scrive un sms ad un’amica per chiederle aiuto. In strada a soccorrerla trova la Polizia: è in stato confusionale, dolorante, semisvestita, con una sola scarpa. Denuncia l’accaduto e viene portata alla Clinica Mangiagalli di Milano dove i referti medici confermano le reiterate violenze subite.
Il fermo di Alberto Genovese
Alberto Genovese viene arrestato la sera del 6 Novembre con le accuse di violenza sessuale, spaccio di droga e sequestro di persona. La perquisizione nell’appartamento di Genovese, poi posto sotto sequestro, conferma le accuse. Nella cassaforte sono rivenuti 40 mila euro, cocaina, ketamina e un diamante. Il fermo cautelare è disposto dal gip Tommaso Perna, anche a seguito della scoperta di tentativo di inquinamento delle prove e pericolo di fuga. Alberto Genovese, infatti, avvertendo la pressione della Polizia chiede ad un suo collaboratore di cancellare le immagini delle videocamere di sorveglianza, poi ritrovate grazie ai mezzi tecnici investigativi, che hanno ripreso integralmente lo stupro consumato ai danni della 18enne. Si reca presso l’Ufficio Passaporti, dalle intercettazioni di una telefonata intercorsa con la madre, emerge la dichiarazione in cui Genovese afferma di avere a disposizione un jet privato con il quale si sarebbe voluto allontanare volontariamente recandosi prima ad Amsterdam e poi in Sud America.
La difesa di Alberto Genovese
Prontamente sventati i tentativi di fuggire ai doverosi accertamenti si trova di fronte al Gip, Tommaso Perna. Tenta di difendersi affermando
“Sono un tossicodipendente ormai da 4 anni, quando faccio uso di droga perdo il controllo, non riconosco il confine tra legale ed illegale. Ho bisogno di aiuto per disintossicarmi”.
La droga, com’è noto, amplifica gli stati psicofisici, rendendoli però maggiormente conformi alla vera natura del soggetto che l’assume. Le dichiarazioni di Genovese risultano soltanto un tentativo evidente di accedere alle attenuanti per incapacità momentanea. Lo sa bene il Gip, Tommaso Perna che, convalidando il suo arresto, afferma l’esistenza dell’esigenze di custodia cautelare in carcere. Il gip aggiunge di aver rilevato nella personalità di Genovese:
“una spinta antisociale elevatissima, un assoluto disprezzo per il valore della vita umana, sopratutto quella delle donne“
La trama s’infittisce
Dopo l’episodio di violenza accertato, anche un’altra ragazza ha avuto il coraggio di denunciare Genovese rivolgendosi alle forze dell’ordine. Ma non solo, la ragazza che ha scoperchiato la vicenda di Villa Inferno a Bologna, ha affermato di aver partecipato quando era ancora minorenne ad una festa a casa di Genovese evidenziando come le due vicende fossero collegate dal circuito dello sfruttamento della prostituzione. Il modus operandi appare, del resto, identico: imprenditori ricchi e di successo, evidentemente annoiati dalla routine, si ritagliano spazi di fuga dalla realtà cedendo ad eccessi con droghe di vario tipo e sesso estremo ai danni di ragazzine colpevoli, solo, di essersi lasciate ammaliare da un alveo dorato fatto di soldi e successo.
Lo stupro lascia tracce indelebili nella vita di una ragazza che si trova a pagare un prezzo assai caro per essersi ingenuamente avvicinata a persone che riteneva potenti. Colletti bianchi con i contatti giusti che, avvicinano ragazzine con aspirazioni da modella o nel mondo dello spettacolo. Uomini senza scrupolo che, approfittando dell’ingenuità tipica dei 18 anni, finiscono per perseguire il loro malato piacere recando danni psicologici permanenti a chi malauguratamente finisca nelle loro mire.